Mestieri
domesticaLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1939Data di ritorno
1947Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976) Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Un giorno, tra le lettere da casa, Teresa riceve una richiesta molto delicata. Si tratta di rintracciare un giovane di cui la famiglia non ha più notizie.
Un giorno ricevetti una lettera da Dorina Fabiani. Mi pregava di rintracciare suo fratello Pietro, soprannominato Pieri Pilot, che era venuto da alcuni mesi a Parigi e ancora non aveva fatto avere sue notizie alla famiglia. Il giovane, un bel ragazzo, sano e forte, era scappato in Francia, lasciando il suo lavoro nel mulino, perchè aveva messo incinta una ragazza e non voleva sposarla. Dorina sperava lo convincessi a mandare dei soldi a casa, per aiutare almeno la madre, perché da quando era partito erano caduti nella miseria più nera. Feci leggere la lettera a mio fratello e gli chiesi di aiutarmi a trovarlo.
“Domenica ti porterò a trovare Pietro” – promise Valnero – “vedrai che bella sorpresa gli faremo e come sarà contento di questa lettera”!
La domenica successiva andammo nei sobborghi di Parigi. Pietro abitava in una catapecchia, in uno dei quartieri più malfamati della città, dove vivevano prostitute, algerini, turchi… gente di tutte le razze e anche qualche trafficante italiano. Chi non aveva altre possibilità, si costruiva una baracca dove trovava un po’ di spazioe si arrangiava come poteva.
Lo vedemmo da lontano: era seduto su una panca e stava cercando di raccogliere una cicca per terra con la punta di un bastone. In che stato si era ridotto! Irriconoscibile. Io, che ricordavo il bel giovane di Saciletto, mi trovavo davanti un vecchio, vestito come un barbone, con le suole delle scarpe tenute insieme da uno spago. Fu contentissimo di vederci e ci fece entrare in “casa”; era tutto orgoglioso della sua abitazione mentre io mi guardavo attorno, sconvolta: era un tugurio con il pavimento di terra e, come mobilio, un armadio senza un piede che stava dritto grazie ad un mattone. Sulla rete di quello che doveva essere un letto c’era solo un materasso sfondato, senza lenzuola. Che squallore! Nemmeno il più povero di Saciletto viveva in quelle condizioni. E pensare che in paese credevano che fosse diventato un signore. Come potevo trovare il coraggio di dargli la lettera? Valnero lo invitò a pranzo e, dopo mangiato, andammo insieme a fare un giro per la città. Prima di lasciarci, mio fratello ci fece una fotografia insieme, stando attento a non inquadrare i piedi a causa di quelle scarpe sfondate e legate con lo spago.
Tornando a casa Valnero mi raccontò per quale motivo Pieri si era ridotto in simili condizioni: “Appema arrivato a Parigi, Pieri, che non sapeva nulla della vita perchè non si era mai mosso dal paese, attrasse subito l’interesse delle donne di marciapiede. Pieri, ingenuo e credulone, si lasciò lusingare dalle attenzioni che gli riservavano queste bellocce; lo facevano sentire il più bello, il più bravo, il più importante, e passava tutto il suo tempo in compagnia. Ma quelle donne lo circondavano di attenzioni soprattutto quando prendeva la paga e gliela facevano spendere tutta in vino e nel letto. In breve si trovò alcolizzato e ammalato di sifilide, tant’è vero che dopo pochi mesi non fu più in grado di lavorare. Quando si ammalò non aveva neanche i soldi per comprare le medicine. Anzi se trovava qualche moneta la spendeva per comprarsi il vino anziché per curarsi. Le signore che lo avevano ammaliato non si fecero più vedere e, non avendo nessuno che si occupasse di lui, andò a finire sempre peggio”.
Rimasi molto colpita da quella storia. Tornai altre volte a portargli soldi, cibo e vestiti usati. Morì in ospedale, tenendo sempre sul comodino la fotografia che ci ritraeva insieme; a chi gli chiedeva chi era quella ragazza, rispondeva che era la sua fidanzata: “È il mio amore, la ragazza italiana che mi ha sempre voluto bene!”.
Non ebbi mai il coraggio di raccontare a Dorina come Pieri visse a Parigi; non dissi nemmeno che mi era mancato il coraggio di dargli la sua lettera.
Il viaggio
Mestieri
domesticaLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1939Data di ritorno
1947Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976) Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Teresa Boschin
Emigrare per dimenticare
Nel periodo più critico della mia vicenda sentimentale, accettai la proposta di Valnero e partii per...
“Je suis furlana”
Ero da poco a Parigi quando a Mussolini dichiarò guerra alla Francia. Chiusero le frontiere e...
Equivoci anatomici
Per la mia scarsa padronanza della lingua, accadevano spesso degli equivoci che suscitavano l'ilarità generale. Ricordo...
Lettere della Gnà Lisa
Durante le mie lunghe assenze da casa, gnà Lisa Mossa, l'anziana cugina della mamma, provvedeva a...
Storia di un ragazzo perduto
Un giorno ricevetti una lettera da Dorina Fabiani. Mi pregava di rintracciare suo fratello Pietro, soprannominato...
Cameriera dei tedeschi
Erano ormai più di sei mesi che vivevo in Francia e, nonostante il visto fosse ormai...
La busta per le banconote
In quegli anni era proibito inviare franchi in Italia, e io depositavo in banca i miei...
“Heureux les sans esprit!”
Quando arrivarono gli alleati, io, avendo lavorato per le SS, temetti di essere imprigionata. Invece accade...
Emigrare per scordare
Nel periodo più critico della mia vicenda sentimentale, accettai la proposta di Valnero e partii per...
“Je suis furlana”
Ero da poco a Parigi quando a Mussolini dichiarò guerra alla Francia. Chiusero le frontiere e...
Equivoci anatomici
Per la mia scarsa padronanza della lingua, accadevano spesso degli equivoci che suscitavano l'ilarità generale. Ricordo...
Lettere della Gnà Lisa
Durante le mie lunghe assenze da casa, gnà Lisa Mossa, l'anziana cugina della mamma, provvedeva a...
Cameriera dei tedeschi
Erano ormai più di sei mesi che vivevo in Francia e, nonostante il visto fosse ormai...
“Heureux les sans esprit!”
Quando arrivarono gli alleati, io, avendo lavorato per le SS, temetti di essere imprigionata. Invece accade...