Paesi di emigrazione
SvizzeraPeriodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Anche la madre di Silvana e i suoi fratelli emigrati in Svizzera in età scolare, agli inizi del ‘900, devono fare i conti con il razzismo dilagante nei confronti delle masse di italiani emigrati in cerca di lavoro.
In quel primo momento fu naturalmente la nonna ad avere la meglio. Le cose cominciarono subito ad andar bene. Tutti, compreso Oreste e Prospero, lavoravano dall’alba… facendo gli straordinari… i festivi… e anche lavoretti extra, che capitavano per conto loro. E tutto ciò senza discutere o protestare. Il latte bollente e caldo era abbondante. Il pane, sempre nero e saporito… la stufa accesa mattina e sera… il nonno comperò un soprabito pesante e i bambini, con l’inverno che stava arrivando ebbero le loro scarpe nuove e robuste per poter andare a scuola anche con la neve senza bagnarsi. A proposito di scuola. Visto che l’inizio dell’anno scolastico stava avvicinandosi, Cesare chiese ai suoi compagni di stanza, che da più anni si trovavano lì e conoscevano abbastanza bene il tedesco, di insegnare ai bambini le prime parole di quella lingua, quelle indispensabili per capire una maestra, tenuto conto che a quei tempi e in quel paese, nessuno sapeva che cosa fosse una “maestra d’appoggio” né che la sua presenza poteva essere indispensabile in una scuola con scolari di nazionalità diverse. E’ certo che i due furono dei bravi, bravissimi insegnanti: i quattro bimbi li seguivano attenti e a volte anche divertiti, perché Oreste, soprattutto, conosceva giochi, scherzi, battute che facevano ridere tutti i presenti, oltre a stimolare e aiutare la memoria a ricordare un particolare nome o frase complicata. La dimostrazione fu che la mia mamma, che in quell’anno cominciò la scuola in prima elementare, non trovò alcuna difficoltà a seguire la lezione di quella maestra che non aveva certo sconti o indulgenze per lei. Più difficile fu legarsi con gli altri bambini e bambine, fra i quali, alcuni, la tenevano palesemente a distanza o non l’avvicinavano addirittura. C’era una parola, non pronunciata a voce alta, ma che si leggeva sulle labbra di molti di quegli scolaretti, labbra chiuse in una smorfia disdegnosa: “cincali”, che nella lingua corrente del posto, significava: “zingari”!
Mia madre e i suoi fratelli erano stati preparati a questo, sia dal padre che da Oreste e Prospero. -I vostri compagni non hanno nessuna colpa: sono i loro genitori che, a volte, dicono cose del genere su di noi… Da un lato sanno di aver bisogno del nostro lavoro, dall’altro temono che, con la grande necessità di un pezzo di pane, che abbiano, e la nostra capacità di adattarci e sottometterci senza ribellarci, noi potremmo portargli via il loro di lavoro… E aggiungevano: -Fate finta di niente… ignorateli…! Un giorno Oreste aggiunse: -Dite come quel tale, inchiodato su di una croce: “Signore, perdona loro perché non sanno quello che fanno!” Solo Telesphoro capì chi era quel tale, che aveva detto così, perché in Italia, data la sua età, lui aveva già fatto cresima e comunione. La mia mamma e gli altri invece non sapevano ancora che cosa fosse il “catechismo”. A questo punto il nonno disse laconico: -Lèsa stèr chè fòm sèinsa dal tò ciacri…! Questi discorsi coi loro sottintesi, queste cosiddette chiacchiere saltavano fuori abbastanza spesso per lasciar trasparire un malumore che serpeggiava fra quelle persone che, all’improvviso e senza loro colpa, erano venute a contatto con un ambiente con problematiche che investivano non solo la loro sfera di lavoro, ma anche quella sociale e addirittura familiare, un mondo nuovo al quale dovevano adattarsi ogni giorno.
Il viaggio
Paesi di emigrazione
SvizzeraPeriodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Silvana Crotti
La redingote
Molto prima dell'arrivo in stazione la nonna era al finestrino col cuore che le batteva forte,...
L’unione fa la forza
Fu qualche mese dopo l'arrivo della sua vivace famiglia che il nonno trovò un appartamento più...
Nonna Cesarina
Dopo quattro anni di soggiorno in Svizzera, le cose andavano tanto bene, che il nonno ce...
Un socialista di nome Mussolini
Il circolo frequentato dal nonno a Basilea era noto ormai in tutta la Svizzera fra i...