Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1941Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Renato Colosi racconta la sua vita di emigrato italiano in Germania durante la Seconda guerra mondiale. Pensa sempre alla sua bambina, Rita, e fa turni di lavoro massacranti, anche di dodici ore.
4/8/1941/XIX
Ieri mattina sono andato da Walter Knust Mildensee — Potnitz 26. Dopo una corsa d’auto durata 15 minuti sono sceso in un ridente angolo di campagna intorno a Dessau, una cinquantina di case rosse fatte a punta che danno l’impressione di un Presepio e intorno a ogni gruppo di 10 — 15 case piccoli cancelli che segnano il limite di proprietà.
Una vegetazione davvero meravigliosa è la superba corona di tutta la Germania centrale e Dessau per un raggio di 50 km è davvero un incanto. Sono entrato in una casettina per bambole che è un sogno, una giovane donna bionda di 25 anni mi è venuta incontro con la frase che distingue tutti i tedeschi del mondo Hail Itlòo. Nella cucina attigua alla salettina il riso fanciullesco del mio nuovo maestro mi esprimeva la gioia del mio arrivo e mi toglieva l’imbarazzo dei primi momenti Nella tavola in mezzo al salottino un vassoio con grosse fette di pane bianco ricolme di burro le une, di pasticcio di luganega le altre, ed infine cetriolino sotto aceto e pane con strutto. Nella semplicità dei loro preparativi per accogliere un camerata Italiano ho sentito tanto la bellezza del loro gentile pensiero e della loro spontanea offerta che mi sono sentito un piccolo turbamento di serenità nel fondo del cuore. Qualche minuto dopo Walter i è venuto incontro con tre bambine bionde come il sole e belle come possono esserle tre bambole lenci Hannelore una bambina di sette anni e Rinate Marlies due gemelle di 29 mesi tanto carine e paffute da inumidirmi gli occhi perché mi ricordavano la mia bambina lontana. Con dei segni intelligenti Walter mi ha fatto capire che un’altra di 9 anni è dalla suocera a quattro ore di treno da Mildensee e una è morta per la caduta di una pentola di acqua bollente, e attualmente la Frauen Knuts è in attesa di un’altra vita, a tale uopo è bene che dica che Itler ha premiato con la croce di ferro la giovane madre 25 enne già madre di sei piccole vite. Dopo il pasto frugale contornato da the bollente abbiamo trasportato per due km su di un carrello una bellissima canoa di (?) 900 e poi giù per il grande fiume di Dessau. Paesaggi di paradiso, di quiete, sterminate boscaglie con ricche panchine, poi dopo km km di verde, di fiori e di silenzio uno stabilimento Balneare caratteristico fatto con tende da accampamento e carrozzoni da Zingari. Dopo 25 km siamo entrati nel fiume che porta a Berlino proseguendo e voltando a destra si va a Lipsia e proseguendo fino a Praga e oltre. Lunghi battelli fluviali di provenienza lontana come Belgio — Cecoslovacchia ecc. passano a lunghi intervalli carichi di merce che servirà per continuare la guerra contro la Gran Bretagna. A destra di chi va incontro a Lipsia ho visto uno stabilimento Balneare bellissimo e diverso da tutti quelli visti da me nella mia vita. Una grande costruzione di cemento armato in mezzo a centinaia di alberi e prati sconfinati di erba alta come il grano e il fiume che bacia passando alberi e la ricca vegetazione offre ai bagnanti il bagno a nascondiglio tra le piante. Bellissimo. Alla sera siamo ritornati un po’ stanchi e mi è stato offerto la cena con gran semplicità alla maniera tedesca. È stata per me una domenica indimenticabile e semplice ed io non la dimenticherò mai più. Se un giorno potrò contraccambiare tanta gentilezza sarà con piacere perché la bellezza delle cose che ho visto sono un regalo indimenticabile. Per tutta la giornata ho pensato che la mia bambina e la mia piccola compagna erano anchesse in una spiaggia lontana allo stesso momento che io solcavo le acque della Germania amica e un po’ di nostalgia mi ha fatto compagnia per tutta la giornata e mi ha tenuto vicino ai miei cari spiritualmente. Margitta
8/8/41/XIX
Quest’oggi mi sono fatto, se ce nera ancora bisogno, un brutto concetto dei tedeschi. Da vari giorni sono urtato negligentemente e in modo alquanto villano da quelli che dovrebbero essere i nostri alleati e in più con espressioni rauche e gutturali manifestano nella loro lingua tutta la loro ammirazione per il popolo loro alleato. In più il capo reparto in un momento di pausa sul lavoro mi è venuto accanto e ha incominciato una mimica speciale. Mi ha fatto sapere che si è sposato all’età di 18 anni, sua moglie ne aveva 16, e adesso all’età di 39 anni è padre di 10 figli. Fin qui nulla di male, ma poi si capisce che anche lui è andato a finire sull’Italia. A incominciato a farmi capire che l’Africa non è più nostra e a queste parole tutti a ridere con un ghigno incomprensibile per un nostro alleato, poi la Cirenaica caputt ma Deuscelland ripresa in pochi giorni. Italiani Caputt, lavorare loro e i tedeschi fate tutto su tutti i fronti. Morti tanti tedeschi per difendere Africa e italiani lavorare. Io non ne potevo più, non so perché ho pensato che un mio caro fratello scomparso aveva nella grande guerra combattuto contro questi esaltati della loro forza bruta e mi sono rallegrato pensando che qualche fucilata l’avrà ben sparata. I tedeschi sono troppo esaltati della loro forza e dimenticano tanti sacrifici e atti di eroismo fatti da piccoli nuclei di italiana in africa Orientale, sul fronte Greco, in Cirenaica, e su tutti i fronti dove il pericolo era la parola d’ordine. Troppo presto anno dimenticato quello che è giovato l’amicizia e l’alleanza dell’italia nel primo anno di guerra. Ma non importa, a me dispiace solo che in Italia questi siano acclamati dalla popolazione e applauditi a ogni loro apparizione su ogni locale o campo sportivo, mentre noi umili lavoratori lontani dalle famiglie in una terra impossibile per clima e per qualità di cibi siamo sgherniti per le vie da dei monelli da strada istigati chissà da chi e come, con l’offensiva ed eterna frase: Italiani maccaroni. O Italia mia, mia grande e cara terra lontana, come vorrei che il tuo Duce ti facesse forte e guerriera da farti rispettare in tutto il mondo da tutti i tuoi nemici e specialmente dai tuoi amici. Perché ne ai sai dei nemici per le vie del mondo, ne ai tanti che io non so scacciare una opprimente malinconia che mi turba. E pensare che a casa sembrava che il mondo guardasse l’Italia con simpatia e ammirazione. Per questo basterà che tutti gli italiani si uniscano con fede intorno al suo Duce, con fede ho detto perché altrimenti tutto sarà inutile. I tedeschi sono entusiasti del loro Furher e lo venerano come un mito, al primo suono di musica militare scattano pronti per marciare dal più vecchio al più giovane come se la vita fosse unicamente che guerra o militarismo. Ai ragione mio caro amico Civalleri a sorridere, ai mille ragioni ma a me dispiace sai, avrei voluto che il contributo di sangue versato da tanti nostri fratelli per questa grande causa dell’asse fosse almeno rispettata sacramente e non calpestata con una frase che è una frustata in ogni cuore per piccolo che sia ma che vi scorra sangue italiano: Italia Africa, Caputt!… Vigliacchi
9/8/41 /XIX Penso continuamente alla mia bambina! Tutti i giorni me la guardo in fotografia più volte e sento un po’ di sollievo ogni qual’volta vedo il suo luminoso sorriso. È bella questa pupa bionda e le sue guancie paffute mi fanno sorridere con ammirazione. Vorrei tanto baciare queste guancie carnose, affondare il mio viso nel suo corpicino giocondamente per farla giocare. Come vorrei vederla porgermi le braccine rotonde e abbronzate dal sole perché io la prenda in braccio. Come vorrei sentire il suo braccino intorno al mio collo strettamente e i suoi riccioli biondi sfiorarmi il viso. È un sogno! Un giorno il sogno diventerà realtà e allora il mio cuore batterà precipitosamente mentre la gioia immensa mi inumidirà gli occhi. Io unirò il mio cuore alla mia sposa affettuosamente mentre le mie braccia sollevano in alto verso il sole il nostro amore!
9/8/41/XIX
Questa mattina non mi sono alzato alle cinque come al solito. Prendo lavoro questa sera alle 6 fino a domani mattina alle 6, è la prima volta che faccio la notte e sono curioso di vedere un po’ l’effetto che ne proverò. Questa mattina ho atteso ansiosamente l’ora della posta con orgasmo perché dal giorno che sono partito non ho ancora ricevuto notizie da casa e in più tutti i miei camerati ad eccezione di altri due anno già ricevuto chi una e chi due lettere. Da varii giorni attendo sempre fiducioso che si compia il mio desiderio ma invano.
Ò posto tutta la mia fiducia in oggi perché è la vigilia del mio compleanno e avrei desiderato tanto una parola dalla mia donna sapere che la mia piccola gioia di bimba pensa al suo papà e tante altre cose, ma in questo momento il mio capo campo e caro amico mi ha fatto il solito segno negativo. Peccato! Sarebbe stato per me una grande gioia e mi avrebbe tenuto compagnia questa notte lunghe ore di lavoro e domani Domenica nelle ore di ozio avrei riletto la lettera più volte poi avrei riscritto laggiù alla mia casa lontana la mia gioia la mia felicità. Come è triste l’attesa quando si è lontani dalle persone care, io provo lo stesso effetto di quando a vent’anni scorrevo per i mari del Nord e del Sud nella R. Marina ed attendevo con la stessa trepidazione le lettere della mia mamma. Cambia il tempo le cose, le persone ma il cuore è rimasto fanciullo come a vent’anni ed io attendo ancora dopo 22 giorni con fede e rassegnazione, ho fiducia in mia moglie come ho fiducia di mia madre, se vi è una causa in questo ritardo non dipende certo dalla mia donna che amo ora appassionatamente come non mai. Penso a mia Madre, alla mia sposa e alla mia bimba, affettuosamente sorridendo,
9/8/41/XIX pomeriggio Sono in attesa di prendere il lavoro, i miei compagni sono in festa ed io solo nella piccola camerata ho cercato invano di dormire qualche ora ma non mi è possibile. Finite le piccole faccende della pulizia personale mi rimetto a trascrivere su questi fogli tutti i ricordi che mi ritornano incessantemente alla memoria. È la gioia più grande per me ricordare la mia compagna e il nostro frugolino d’oro. Chi non prova la gioia più grande ricordando i più piccoli capriccetti del proprio bimbo non può comprendere perché io adesso sorrida felice e a volte mi metta una mano su gli occhi per non vedere le cose che mi ricordano e per avere l’illusione di avvicinarmi spiritualmente alla mia bimba. Sarà per magia ho per la grande mia volontà ma io in questo momento non sono più qui ma a Genova con la mia Rita. La tengo per mano e insieme camminiamo per le grandi vie, lei piccola e bionda come il sole, io con tutta la gioia serena di papà nel grande cuore di uomo. Vuole il gelato il mio tesoro e me lo dice cinguettando come un passerotto. – Papà elato! Vuoi? Si?! vuoi? elato?! Ed io la faccio felice come al solito perché lei sa che il suo papà non è capace di negarle niente. Poi qualche capriccio impossibile è accompagnato da qualche scappellotto sul sedere e la mia voce si fa un po’ più forte per farle capire che non si deve fare così. – Papà, faccio più, faccio più! E il gesto di volermi baciare sulle guancie per essere perdonata. Come è bello ricordare. Un giorno che le sgridai di essere senza mutandine me la vidi venire incontro più tardi con questa frase: Papà, mutantine io, si?! mutandine, ciai mutantine? Si!… E i suoi occhietti esprimere più delle parole i suoi piccoli interrogativi. Io vorrei che tutto si fermasse intorno e che tutte le cose cessassero il loro ritmo, la loro vita per un attimo e sentire i battiti di un piccolo cuore lontano e unirli ai battiti dell’orologio che segna il tempo della mia lontananza fino al giorno che ritornando a casa li unirò ai miei appassionatamente.
l 0/8/41/XIX Questa notte ho lavorato 12 ore per la prima volta nella mia vita e me la sono cavata benone malgrado che la notte fosse interminabile. La ragione di questo lavoro notturno non è precisamente per premura di materiale bellico o altro ma bensì per avere tutte le notti una squadra di 25 uomini pronti in caso di allarme al servizio dell’Umpa; difatti il mio prossimo turno lo farò tra 28 giorni e di Domenica perché in tutti gli operai che ci siamo rimane stabilito un turno ufficiale che dispone per ordine i giorni e le persone. Durante le prime ore di lavoro il Sceff come chiamano qui il capo reparto ci ha disposti in varii posti in caso di allarme e ci ha muniti di casco di ferro ed altri accessori antincendio.
La notte è trascorsa serenamente con una bella luna e in tutto 12 stelle per un raggio infinito di spazio, e già che sono in argomento dirò un altro fenomeno verificatosi qui da quando mi trovo a Dessau e cioè la completa assenza di gatti. Né nella trattoria della fabbrica, né per le vie e locali della Città si può notare la presenza di qualsiasi gatto, come non si nota per le vie il più piccolo pezzetto di carta. Quest’oggi è il mio compleanno e me lo sono festeggiato questa sera insieme ad un mio compagno del compasso con una scatola di tonno regalatami alla partenza da mia sorella Ida, e un fiasco di vino (2,90) e un po’ di pane e formaggio. Avrei voluto uscire un po’ ma da più giorni piove ed io non ho voluto sacrificare i miei abiti per nulla perché poi mi manca la comodità di stenderli ed asciugarli. Mi sono rimesso qui nella tavola che impernia il centro della mia camerata con il mio quaderno amico che mi avvicina a tutte le cose care e che maggiormente mi interesano. La maggior parte dei miei camerati è uscita, una buona parte è coricata nelle altre due camerate, una diecina è entrata al lavoro alle 6 per il turno di notte ed il rimanente è nella saletta ricreazione a giocare parte dei piccoli risparmi a mazzetto. In questo omento è entrato il mio camerata Racchetta (Vice Capo Campo) e tutto costernato mi ha esclamato: Sai Renato la novità? Noi Italiani non possiamo andare di sera per le strade in compagnia di una donna tedesca altrimenti la mettono in prigione, così mi è sfumata la rara occasione di poter parlare con una tedesca. Io sono rimasto un po’ perplesso non sapendo cosa pensare in proposito. Questa mattina appena usciti dal lavoro ci anno avvertiti che nella notte sono fuggiti altri cinque Croati dal nostro accampamento. Quattro sono fuggiti tre settimane or sono ma non si sa con precisione il vero motivo ma certo che il mangiare è già un motivo principale e in più la impossibilità di fumare, di vestirsi e il trattamento di inferiorità riservato li avrà indotti di tentare di raggiungere la loro terra lontana. Una cosa è certa che la Germania è in guerra da due anni, la lotta che deve intraprendere ancora è delle più colossali e i viveri già per natura non sono mai stati abbondanti e certo che non può pertanto offrire agiatezze o piccole comodità. Una cosa rimane certa e con un po’ di buona volontà si può attuare: sacrifici. Io mi adatto perché già in partenza sapevo che non andavo ad una festa ma pur tuttavia devo dire sinceramente che è un sacrificio e che per adesso non siamo ancora a 30 gradi sotto zero e con la neve a 60 centimetri permanente. Ma non importa, se il mio sacrificio potrà un giorno portare un piccolo angolo di felicità alla mia cara pupetta avrò raggiunto il mio scopo. La sua vita serena senza privazioni, senza turbamenti materiali saranno la mia felicità. Oggi ho compiuto 33 anni. Sono vecchio? No. La mia vita è ancora al suo inizio ed io accanto alla ma sposa e alla mia bambina ho molta fiducia come ho fede in Dio. Il mio ultimo pensiero per oggi ai miei lontani lo rivolgo a mia madre insieme ad una pioggia di baci su i suoi capelli bianchi.
Il viaggio
Mestieri
operaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
GermaniaData di partenza
1941Periodo storico
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