Mestieri
muratore, impiegato alle ferrovieLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
AustraliaData di partenza
1961Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Un mese di viaggio in nave: tanto occorre, nel 1961, per raggiungere l’Australia.
Partii con la motonave “NEPTUNIA” il 6 febbraio e arrivai a Sydney il 9 marzo 1961: 31 giorni di viaggio. Cominciai a conoscere un mondo nuovo passando il canale di Suez (peccato che per 20 mila lire non potei vedere le Piramidi. Lasciare la nave a port Said e rimbarcare tre giorni dopo a port Aden) dove la gente locale parlava tutte le lingue, inclusi i dialetti. Per esempio: “Ehi paisà vuoi comprare foto di ragazze nude?”. La stessa cosa si ripete ad Aden dove tutti vendevano elefanti in miniatura lavorati a mano, radio transistor, orologi vuoti e in più c’erano le barche che gironzolavano attorno alla nave vendendo tanta mercanzia incluso il tè che tenevano sul fornello acceso mentre masticavano continuamente qualcosa di colore rosso. La sosta successiva fu Jacarta in Indonesia e anche qui c’era un casino di scambio di merce, dalle ananas alle sigarette.
Ormai eravamo in navigazione per il primo porto d’Australia: Fremantle. E qui cominciavano i guai: tra i mille passeggeri c’erano mogli richiamate dai mariti e ragazze sposate per procura. Riguardo alle ragazze potrei raccontare diversi casi, ma cercherò di essere breve per non uscire fuori dal tema principale.
Dunque in un mese di ozio e tre pasti giornalieri, cosa succede? Succede che i ragazzi vogliono fare amicizia con le ragazze promettendo il mondo. I marinai dicevano che attraversando l’Equatore tante di quelle ragazze diventavano preda. Infatti una mentre il nuovo marito contava i giorni, lei dormiva notte e giorno col nuovo ragazzo, a bordo. Arrivati a Melbourne il ragazzo disse d’aspettare che lui passava la dogana e dopo tornava a prenderla per fare la dogana di lei che, in questo modo, non si perdevano fra le migliaia di persone che aspettavano i nuovi arrivati. Nemmeno per cacchio lui era già sparito e lei, rimasta ancora ad aspettare, piangeva avendo capito l’inganno. Si era fatto tardi e al porto era rimasta poca gente mentre noi, il resto dei passeggeri, vedevamo a terra un uomo con un mazzo di fiori per questa ragazza che non voleva scendere. La voce si sparse per tutta la nave e arrivò al capitano. Questi le cominciò a parlare come un padre dicendo che lei non era stata la prima; ma lei rispondeva che voleva far ritorno in Italia. Finché si convinse e scese ad accettare quel mazzo di fiori quasi appassiti e lui povero becco ricevette un mazzo di corna fresche fresche.
Per far giustizia devo dire che mentre poche ragazze si sono lasciate andare, la maggioranza merita rispetto per il comportamento onorato. Ma per tante la tentazione era forte.
Il viaggio
Mestieri
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