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Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Temi
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integrazioneCon un salto dal passato al presente, Maria Paciullo esprime il suo punto di vista sui problemi dell’emigrazione e dell’integrazione nel Paese in cui si è trasferita a vivere da oltre trent’anni.
Al Cairo è sorta la prima Università del mondo, dimenticati filosofi greci sono stati tradotti e divulgati in lingua araba e poi passati al Medioevo. In Europa si paventa l’imbastardimento culturale, tutta la natura si è sviluppata imbastardendosi, la troppa consanguineità indebolisce. Enormi sono sempre state le migrazioni, il mondo è bello perché è vario: NO alla paura, SI all’apertura. Per costruire insieme, per curare insieme, per godere insieme questo mondo massacrato dalla disumana presunzione d’onnipotenza, dalla folle sete di auto ed altrui belligerante distruzione, usare la scienza per annientare il mondo è vittoria satanica. Quando avvengono attentati di matrice jihadista, il mondo islamico viene profondamente offeso e patisce nel sentirsi accumunare ad assassini che ovunque hanno trucidato. Tantissimo il tributo di sangue egiziano nel solitario contrasto al terrorismo, lotta sconosciuta al mondo: i media imbavagliati perché ci sono connivenze indicibili. Si gioca sulla pelle di interi popoli e poi ci si lamenta, anzi ci si indigna delle conseguenze. Chi ha causato l’attuale catastrofe in Libia tradendo la concreta generosità di Gheddafi, ora rimanda al confine italiano i migranti questa Francia che lucra dall’Africa. L’olocausto ebraico lo sta pagando il Medio Oriente. Il panarabismo distrutto dal ponte aereo occidentale nella guerra dei sei giorni e ora si parla di Golan e di Gerusalemme. Dopo aver distrutto l’Iraq c’è chi ha dichiarato candidamente di aver sbagliato e che Saddam non aveva arsenali atomici. Ma per il Medio Oriente nessun processo di Norimberga. Tutta l’Africa piagata dalle sanguisughe che ora temono l’invasione delle cavallette che fuggono dalla terra dissanguata. Si sente da anni parlare di rendere L’Africa vivibile ma in concreto nulla di fatto. Forse ora ci sta pensando la Cina? Mentre scrivo sono in Egitto, la mia testimonianza è che qui milioni di migranti sono stati alloggiati e inseriti nel tessuto sociale e senza i milioni di euro versati per i profughi ad altri Paesi. La stessa accoglienza che tutto il Nord Africa usò verso gli Ebrei fuggiaschi da leggi razziali e da forni infami. Gli Egiziani, pur non nuotando nell’oro e pur sostenendo un’annosa durissima lotta al terrorismo completamente da soli, aprono il cuore e le porte a chi ha bisogno di aiuto.
Il viaggio
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