Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
Diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
SloveniaData di partenza
1946Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Una gita a Lubiana, nel 1946, offre a Eletta Presern l’occasione di osservare, e raccontarci, gli effetti della Seconda guerra mondiale sul paesaggio sloveno. Ma al di là della desolazione, il ricordo di Eletta si sofferma sui momenti ludici e sugli atteggiamenti emancipati, e spensierati nonostante tutto, dei suoi coetanei di allora.
Nel giugno del 1946 tutti i circoli della città organizzarono una gita a Lubiana per una manifestazione. Ricevuto l’ok di mamma mi unii ad un grande gruppo di giovani e facemmo la prima tappa a Erpelle Cosina. Un ragazzo del nostro gruppo che si chiamava Nello mi propose di metterci assieme e, anche se non capivo cosa intendesse, gli risposi di sì, ma alla sera conobbi un altro ragazzo vestito da garibaldino che si chiamava Oreste, era scultore, lavorava in Yugoslavia facendo monumenti e statue del maresciallo Tito; mentre passeggiavo tranquillamente con lui arrivò Nello dicendomi: “Rompo la promessa”, che però non era mai stata fatta. Ma che spensieratezza! Passammo la notte tutti ammucchiati in un fienile ed eravamo così stanchi che dormimmo il “sonno del giusto”. Partimmo l’indomani sul treno merci con il portellone sempre aperto e noi seduti con le gambe a penzoloni; da quella posizione potevamo vedere strade dissestate, ponti semidistrutti sui quali passavamo con il batticuore; per fare 90 km abbiamo impiegato sei ore perché per attraversare il confine la polizia militare angloamericana passò in rassegna ciascuno di noi. Quando arrivammo a Lubiana fummo sistemati in scuole e palestre, poi io presi il tram e andai a trovare la famiglia di un caro amico di papà che abitava ad Ambrosiev Trg 3. Provavo ansia perché potevano non essere più vivi, ma poi trovai la porta con il cognome e suonai. Mi presentai e fui accolta come una figlia, non vollero farmi andar via e così mi trattennero per la cena e per la notte. L’edificio era un’ex caserma, enorme, c’erano tante stanze e un lungo corridoio; mi addormentai ma a un certo punto mi svegliai di soprassalto sentendo qualcosa che si strofinava a me. Diedi un urlo di spavento, si svegliarono tutti e vennero nella mia stanza, accesero la luce: era il gatto nero di casa! Al mattino seguente raggiunsi il resto dei compagni e marciammo tutti nella manifestazione. Per anni ebbi uno stretto rapporto con quella famiglia, ma soprattutto con la figlia che portava il mio medesimo nome che non è molto usuale. La madre era di origine greca, il figlio ingegnere conosceva sei lingue. Tornai tante volte da loro quando Tito si dissociò dall’America, passarono un brutto periodo e noi mandammo loro dei pacchi con limoni, aghi, fili elastici ed altre cose di cui erano sprovvisti.
Il viaggio
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Diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
SloveniaData di partenza
1946Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Eletta Presern
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