Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
Diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
SloveniaData di partenza
1946Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Arrivano gli anni ’60 e le tensioni internazionali sembrano attenuarsi, almeno nell’Europa occidentale: ed è verso la Francia, verso Parigi, che una ragazza emancipata e amante della vita come Eletta si mette in viaggio
Viaggiavo moltissimo, ma del primo viaggio all’estero da sola mi è rimasto un ricordo indimenticabile. Mi iscrissi in agenzia per andare a Parigi. Da sola presi il treno per Milano, perché il pullman partiva da lì, dormii in hotel e di buon’ ora mi presentai al posto di partenza. Ero piuttosto emozionata. Alla sera facemmo tappa a Losanna. Come compagna di stanza avevo una bella giovane ragazza con i capelli rossi e gli occhi verdi, si chiamava Gloria: un’empatia subitanea fra di noi. Decidemmo di andare con alcuni del gruppo a ballare. Con noi c’era un ragazzo che in seguito sentii cantare alla radio ma credo non abbia avuto successo perché poi non l’ho più sentito. Entrando nella sala rimasi stupita perché trovammo come animatori il già famoso Fred Buscaglione con sua moglie Fatima. Durante la serata andò al microfono quel cantante che era con noi e ci fece la bella sorpresa di cantare per Gloria la canzone “Gloria” e per me “Trieste mia”.
Dopo aver ballato tanto è venuto ad invitarmi un bel giovane, alto e molto elegante ma di colore. Ero talmente stanca che rifiutai, ma lui con voce accorata mi disse:” Perché sono nero?” Allora mi alzai e gli dissi che anche se ero davvero stanca avrei ballato con lui molto volentieri. Mi disse, poi, che era un ballerino della Compagnia di Wanda Osiris. Ricordo che la nostra guida ci portò in un locale dove si esibivano gli omosessuali e ci meravigliammo perché fuori avevano la fila degli ammiratori che li aspettavano. Tra loro dava spettacolo anche la famosa Coccinelle: era davvero bellissima! Questa cosa mi scandalizzò molto perché sessanta anni fa non era usuale sentirne parlare. La nostra guida invitò al tavolo un giovane chiedendogli come mai fosse diventato gay e lui rispose che si era arruolato nella Legione straniera e… dopo fece quella scelta. La guida era un insegnante di Storia dell’Arte, era davvero un godimento sentirlo parlare durante le spiegazioni dei vari monumenti, chiese, statue e quadri del Louvre. Lo apprezzai particolarmente durante una visita al castello di Fontainebleau dove traspariva la sua grande ammirazione per Napoleone: questo era musica per le mie orecchie poiché anch’ io sono da sempre una grande ammiratrice di quell’ineguagliato stratega. La storia era la materia che amavo di più a scuola (la meno amata era la grammatica!). Durante la visita arrivammo nella stanza da letto di Napoleone e mi meravigliò quel letto così corto e stretto che stonava tanto con la sua grandezza di soldato. Il professore dopo aver parlato a lungo di lui, disse: “Napoleone è stato vinto da un solo generale”. Noi eravamo tutti nel panico e ci guardavamo per tentare di ricordarci quel nome: niente. Allora riprese dicendo Al generale…” e fece seguire una grande pausa; poi con enfasi continuò: ” Il generale Inverno”. A Parigi andò tutto a meraviglia. L’ultima sera si decise di andare al Moulin Rouge. lo e Gloria ci truccammo, indossammo i vestiti da sera ed avendo davanti a noi un po’ di tempo decidemmo di stenderci sul letto per riposarci. Sì, ci riposammo, ma quando aprimmo gli occhi era già mattina. Immaginate quanta stanchezza avevamo accumulato! Proseguimmo il viaggio fino a Basilea e qui la mia claustrofobia si ingigantì. Gloria aveva un appuntamento con un ragazzo in un bar del centro, stetti un po’ con loro e poi me ne andai dimenticando sul tavolo il biglietto dove c’erano il nome e l’indirizzo dell’Hotel in cui alloggiavamo. Presi decisa la strada però mano a mano cominciavo a sentirmi ansiosa. Girai tanto fino a quando venne il buio, le ore trascorrevano ed io mi sentivo sempre più confusa. Chiedevo in tedesco dove fosse l’hotel ma chiaramente non sapendo il nome non mi davano indicazioni. Parlavano solo tedesco o francese e nessuno mi capiva. Cominciai a piangere. Ma sono sempre stata fortunata perché trovai una persona gentile che chiamò al telefono un cameriere italiano di sua conoscenza: questi ci raggiunse con un taxi, si attaccò al telefono pubblico finché colse I’ hotel giusto e mi accompagnò. Trovai tutti in subbuglio per la mia assenza perché nel frattempo si era fatta mezzanotte. Tornata nella mia città, finalmente a casa, dormii ventiquattro ore!
Il viaggio
Mestieri
impiegataLivello di scolarizzazione
Diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
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