Mestieri
manovaleLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1938Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)La scoperta della città e del contesto di vita in cui Angelo dovrà trascorrere il periodo di leva è molto deludente. Nessun divertimento in “stile europeo”, solo una grande povertà circonda i soldati italiani.
Che cosa ci potesse essere nascosto all’interno di quel villaggio ci incuriosiva molto, ci si augurava di trovare qualche piccolo passatempo di tipo europeo, invece nulla di tutto ciò, delusione completa. Ci si imbatteva in ogni angolo del villaggio in gente araba, che aveva con se qualche asinello, caprette e cammelli, l’unico reddito che era soggetto a scambi tra loro nella vendita ai mercati locali che essi stessi organizzavano e conducevano. Di moneta ne circolava pochissima perciò cercavano di fare quel piccolo commercio, non c’era niente, tranne qualche buchetto, dove si vendeva il tè con cuccuia (noccioline americane), la bionda bevanda tipica dell’Africa orientale e meno conosciuta da noi in Italia. La popolazione diceva qualche parola in italiano, ma si mantenevano a distanza, incuriositi di veder girare per le loro strade noi ragazzi in divisa militare, perché, prima di allora, non vi era segno di una presenza così numerosa di militari, ad eccezione di un solo reparto, con mansioni più di ordine pubblico che militare. La divisa di questi soldati era di color cachi, tipica coloniale indossata da tutti gli eserciti dislocati in paesi africani e asiatici, mentre noi indossavamo il classico grigio verde, identico a quello che si indossava in Italia, certo non tanto agevole per il clima durante la giornata, ma, in compenso, utile e gradevole per la libera uscita la sera, perché in Africa, specie in Libia, appena tramonta il sole, cala improvvisamente la temperatura fino a sentire quasi freddo. Dopo qualche giorno, in cui si girava più per passare il tempo della libera uscita che per la speranza di trovare qualche ritrovo per divertirsi, si notò un locale attrezzato a sala cinematografica: qualche furbacchione, avendo notato la costruzione di caserme per alloggiare i militari italiani, aveva attrezzato un baraccone e si era messo a proiettare qualche film. Era già qualche cosa, poi, un intraprendente napoletano che il vento portò in quella zona, impiantò un bel capannone ad un centinaio di metri dalla caserma, e da buon napoletano si mise a fare pizze e insalata mista. Non ci si poteva lamentare del famoso rancio, abbastanza buono e per alcuni più abbondante di quello di casa, ma non avendo trovato un ambiente per divertirsi un po’, sfruttavamo quel posto per incontrarci, mangiare una buona pizza e un’abbondante razione di insalata mista. Bisognava, giorno dopo giorno, rassegnarsi e prendere atto che la vita militare non è una lunga gita di piacere, ma una convivenza tra uomini che indossando una divisa con stellette e con la consegna di vari armi, che devono sottostare ad una disciplina accettando sacrifici fino ad allora sconosciuti. Insomma bisognava imparare a servire la patria come si era fatto andando a scuola per imparare a leggere e scrivere, certo le lezioni erano ora diverse, impartite da ufficiali esperti ad insegnare come si deve fare per difendersi ma anche per attaccare un ipotetico nemico, ma quella era la realtà da vivere. Avevamo curiosato in tutto ciò che ci circondava, alla ricerca di qualcosa che ci aiutasse ad accettare la situazione e superare la nostalgia, ma quelle onde marine spumeggianti di giorno e luccicanti di notte ammirate a bordo della nave che ci aveva portati lontano, erano lì a ricordarci la lontananza da casa. I nostri pensieri erano sempre rivolti ai nostri cari e alle attenzioni, all’affetto ricevuto fino a pochi giorni prima, nessuno di noi aveva mai pensato che si potesse finire in quel luogo.
Il viaggio
Mestieri
manovaleLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1938Periodo storico
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