Mestieri
manovaleLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1938Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Una breve licenza, la speranza di essere congedato, e poi di nuovo l’arrivo della cartolina precetto. L'Italia sta per entrare nella Seconda guerra mondiale e anche Angelo Gloria viene richiamato alle armi.
Il rientro nel battaglione avvenne dopo otto giorni trascorsi in famiglia e in quei tre giorni di navigazione necessari per raggiungere Tobruch da Napoli, in quel tratto di mare su cui navigavo per la terza volta, trascorrevo le ore meditando, nella quiete più assoluta del mare, tra la tristezza e tra qualche cosa che era difficile da definire. Certo, su quelle navi adibite a trasporto militare, senza nessun passatempo per distrarsi, la noia era tanta, sui visi di noi soldatini che rientravano alla base c’era tanta preoccupazione e spesso ci saliva un groppo in gola quasi di pianto e di sconforto, anche perché non si riusciva a capire cosa ci potesse aspettare. Trascorsi alcuni mesi, fui promosso prima caporale e poi caporale maggiore. A seguito di queste promozioni, mi fu assegnato il compito di aiutante alla fureria e responsabile di un magazzino di viveri e vestiario. Ciò comportava un minore impegno all’addestramento e un minor disagio, essendo dispensato dalle frequenti e lunghe marce, quasi tutte notturne, essendo quelle diurne investite dalla tormenta di sabbia, dal Ghibli, che trasportava una fitta nuvola di sabbia impedendoci di camminare e di respirare. Spesso la sabbia era come lapilli scatenati da un braciere di fuoco e il vento del deserto completava l’opera, tanto che eravamo costretti a fermarci e a coprirci con il telo della tenda, specialmente la testa, accovacciandoci ai bordi della strada per il periodo che durava la tormenta e spesso si veniva ricoperti fino a sentire il peso, sul proprio corpo, della sabbia depositata sopra.
Il fenomeno poteva durare anche qualche ora, poi si riprendeva la marcia del ritorno con in più il tormento che la finissima sabbia penetrata a contatto della pelle, procurava, specie nei piedi, che mal protetti dalle famose calze di pezza di lino al posto di quelle di cotone, si ricoprivano presto di vesciche dolorose, e non vedevi l’ora di gettarti sotto la doccia per provare sollievo. Come dicevo, il compito assegnatomi comportò un minor sacrificio rispetto ai miei compagni, comunque il tempo trascorreva inesorabile e il pallino dei miei pensieri rotolava sempre intorno al periodo che rimaneva da trascorrere. Non cambiò molto nella nostra vita giornaliera, fino a quando il governo decise di farci usufruire di una licenza straordinaria a casa, senza assegni, ma erano già trascorsi i diciotto mesi di ferma e sembrava che le tempeste europee si fossero chetate, perché la guerra in Spagna era finita, in Europa la Germania si era fermata con l’occupazione della Polonia e dintorni. La gioia per quella licenza fu grande e accolta con speranza e così nel febbraio del 1940 tornai a casa, ma la gioia fu breve, perché dopo pochi giorni, ricevetti di nuovo la cartolina di precetto di presentarmi immediatamente a Napoli per essere imbarcato e raggiungere il reparto di appartenenza, cioè il 116° Reggimento di fanteria. Non è possibile descrivere come fosse in quei giorni lo stato d’animo dei miei cari, essendo ultrasessantenni e bisognosi di tutto, specialmente di affetto e di aiuto economico.
Il viaggio
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