Mestieri
commercianteLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
EgittoData di partenza
1881Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Sbarcata in Sudan, la compagnia di Arbib si mette in marcia verso l’entroterra, con l’obiettivo di reperire merci pregiate (soprattutto avorio) e poi fare ritorno verso il Mediterraneo navigando il fiume Nilo.
Martedì 8 Marzo
Alle 5 mi sono alzato, fatta un po’ di toilette e preparati i bagagli continuammo tutti la strada. Dopo circa 3/4 d’ora si fece stop, eravamo giunti al primo pozzo. Faccio osservare che fu una birbanteria dei cammellieri di non aver nella sera prima fatta la prima tappa, al pozzo, perché saremo obbligati a fermarci fino alle 3 dopo pranzo prima di metterci in strada. Perciò la mattinata è tutta perduta. Dalle. 7 si fece un po’ di caccia prendendo 6 tortorelle in compagnia del Sig. Estambulía, caccia molto magra. Per altro vidi qualche coniglio e qualche antilope. Verso le undici si fece il nostro pranzo sotto la tenda, che ho trovato di grande utilità. Il posto dove siamo fermi è il primo pozzo e si chiama Hendob, l’acqua é piuttosto salata e bisogna proprio, essere assetati per berla, io non ho potuto assaggiarne perché mi disgustava. Pino alle 3 feci la mia siesta e poi tutta la compagnia si alzò e montò a cammello. Continuammo il nostro viaggio, eccettuato il Sig. Estambulia che rimase indietro. Egli attendeva una cassetta che aveva mandato a prendere a Suakin. Per la strada incontrammo molte gazzelle, eran troppo lontane per tirare su di loro. Verso le 5 si incominciò la strada in mezzo ai monti, ne sono molto contento. Più tardi, verso le 7 si passò per un’altra stazione che si chiama Seraf el or. Alle 8 – una seconda che si chiama Seraf el Hambuk, dove vi è un pozzo. Continuammo la- nostra strada fino alle 10 al chiaro di luna, dopo di che ci fermammo, si mangiò andando poi a dormire.
Mercoledì 9 marzo Alle 6 del mattino, dopo aver bevuto il caffè, partimmo in carovana e camminammo fino alle 10. Passammo una stazione chiamata Arak, aprii la mia tenda, desiderando tra le altre cose di mangiare delle roschette dolci (tipici di Livorno) che la zia Giara aveva avuto la gentilezza di darmi; con mia meraviglia non ce n’erano più, senza poter dire di averle mangiate. Ho gridato con Salah il mio servo. Penso che quando sarà a Berber lo lascierò, perchè trovo che è un birbante. Alle 11 arrivò D’Estanbulia che era rimasto indietro da ieri. Ecco un’idea di come è composta la nostra carovana: Edward Harders e servo, Giorgi Estambulia, due servi, una serva con due bimbe, Said Bej con servo e serva, Salvatore Arbib con servo e cuoco. Restammo nella tenda fino alle 4-3.4 poi montammo a cammello continuando la nostra strada fino alle 9. Strada facendo trovammo del fuoco acceso, si chiamò per vedere chi c’era ma nessuno ci rispose. Si vide però un’ombra che scappava via; da quanto mi ha detto il Rabir, sono arabi, che abitano le montagne e che hanno gran timore degli europei o soldati che temono sempre venga loro fatto del male. La via percorsa nel pomeriggio è molto bella e specialmente col chiaro di luna nel posto dove ci siamo fermati, per pernottare abbiamo dovuto attendere fino alle 11 perchè fosse pronto il pranzo. Finalmente alle 12 ci coricammo, ho da fare un’osservazione: ed è il grande appetito del Signor Harders.
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