Mestieri
funzionarioLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Regno UnitoData di partenza
2014Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Arriva il primo fine settimana e Mariano Graziano decide di stilare un programma di visite culturali e parte alla scoperta dei musei e dei quartieri più affascinanti di Londra.
London 3rd, 28 settembre 2014
Primo WE a Londra alla scoperta della città, ho deciso di vedere un museo e un parco per ogni fine settimana. Ieri sono stato al Victoria & Albert Museum, museo delle arti applicate con una collezione di 4 mln di pezzi di cui per fortuna solo una piccola parte esposta. L’edificio fu costruito per il primo expo universale della storia nel 1851 ispirandosi all’architettura rinascimentale fiorentina, nel timpano del cortile interno sono incisi i nomi dei paesi partecipanti, tra questi l'”Italy”, nonostante non esistesse ancora, aveva il posto d’onore al pari della Francia nel punto più alto del timpano. Come noto a quei tempi gli inglesi ci volevano tanto bene, Garibaldi era come Che Guevara (ma con maggiore successo) e noi facevamo la primavera araba. Il museo ha dei pezzi bellissimi di arte asiatica, da ninnoli giapponesi d’avorio a un trono dell’imperatore di Cina la cui laccatura ha richiesto più di un anno (strato di vernice, aspetti che si asciuga, secondo strato, aspetti che si asciuga, terzo strato etc. la stessa costanza degli allenamenti di Karate Kid), ad un meraviglioso tappeto arabo del 1500. Una sala molto curiosa di dimensioni gigantesche è quella che contiene riproduzioni di architetture di tutto il mondo realizzate dagli inglesi nella seconda metà dell’ottocento, il pezzo forte è la colonna di Traiano, ebbene verso il 1870 gli inglesi si sono presentati a Roma e hanno preso i calchi della colonna da capo a fondo poi sono tornati at home e l’hanno riprodotta, il problema era l’altezza della colonna superiore a quello di qualunque soffitto del pur monumentale V&A museum, qui per fortuna è venuto in aiuto il pragmatismo inglese e hanno spezzato la colonna in due….Anche tra gli originali i pezzi forti sono italiani in particolare valgono da soli la visita i cartoni preparatori di Raffaello per gli arazzi della parte inferiore della cappella Sistina, ognuno sarà 7/8 metri per 4 e hanno mantenuto dei colori meravigliosi nonostante siano stati parecchio “usati” infatti dopo che Raffaello li realizzò il papa li mandò a Bruxelles (e dove se no?) perchè venissero realizzati gli arazzi, successivamente vennero riutilizzati in Belgio per farne altre copie. Una settantina di anni dopo il principe di Galles pro tempore li comprò come modelli per realizzare degli altri arazzi in una manifattura inglese e qui sono rimasti negli ultimi 400 anni. Solo del cartone della pesca miracolosa, secondo me il più bello, è riportato di fronte un arazzo ricavato del soggetto, praticamente il cartone era usato come un negativo infatti la scena è rovesciata, aggiungo solo che il cartone è molto più bello dell’arazzo. Tra le varie mostre temporanee ho scelto quella del grande paesaggista Constable, non ci si stancherebbe mai di guardare le nuvole di Constable, né i mari, né le spiagge, né le brughiere, sono tra l’altro sempre le stesse visto che lui dipingeva quasi esclusivamente i paesaggi inglesi vicino a dov’era nato. Altre aree del museo hanno cose meno interessanti, un intero piano è dedicato alle lavorazioni in ferro, diverse di queste mi zio che fa il fabbro riuscirebbe a riprodurle tranquillamente, è pure vero che in quel campo la tecnologia ha fatto passi da gigante con saldatrici, fresatrici etc., mentre Joe the smith del XVI sec. doveva lavorare di incudine, martello e fuoco. Un’ultima considerazione sulla gestione del museo, l’ingresso è gratuito, però poi recuperano ampiamente con i servizi che offrono, io ho speso 1 GBP per mappa, 1 GBP per guardaroba, 9 GBP per la mostra di Constable e 14 GBP per il pranzo, quindi oltre 30 euro, ho usufruito anche della visita guidata gratuita di un’ora. Sono musei accoglienti dove ci sono spazi per riposarsi, iniziative per bambini, la gente ci sta volentieri, quasi tutti pranzano alla caffetteria (tra l’altro ottima come cucina) che occupa un’intera ala del museo. Il paragone con gli Uffizi dove sono stato qualche mese fa è impietoso (niente posti per riposarsi, caffetteria indecente a prezzi esorbitanti, zero attività collaterali).
Nel pomeriggio sono andato a Richmond capolinea della district line ad Ovest di Londra. E’ una città molto carina sul Tamigi e ci sono andato perchè si trovava quasi all’arrivo di una specie di vogalonga del Tamigi che parte da est e attraversa tutta Londra, l’atmosfera in riva era su per giù quella di certi quadri impressionisti. L’equipaggio che è passato per primo era formato da quattro buontemponi in discreto sovrappeso con una barca tipo quella di tre uomini in barca, questo mi aveva portato a rivedere la mia considerazione mitologica dei canottieri inglesi, anche perchè non capivo perchè altri equipaggi passavano distaccati di diversi minuti anche se andavano al quadruplo della velocità dei primi con equipaggi e barche degni della regata Oxford -Cambridge. Avevo trascurato la fissazione per il fair play degli inglesi, infatti la partenza, come ho letto oggi sul giornale, era ad handicap, e i 4 buontemponi erano stati sottovalutati concedendogli un vantaggio alla partenza troppo grande. Poi mi sono inoltrato in questo famoso parco di Richmond che in effetti è come trovarsi Cime tempestose e Tolkien comodamente a Londra, brughiere, castagni e querce gigantesche dai tronchi cavi da cui può spuntare un magico folletto dei boschi, campi di felci. Come animali oltre agli scoiattoli, ho visto un cervo che pascolava non lontano dal sentiero e una grande quantità di simpaticissimi pappagalli verdi (ho poi letto nella guida che in effetti in una zona del parco si è insediata e moltiplicata questa strana colonia). In cima ad una collina del parco (Richmond Hill), c’è una vista meravigliosa su Londra e sul Tamigi e pure un pub dove tutti si fermano a prendere una birra mentre ammirano il Tamigi (me compreso).
Dato che mi sono dilungato limiterò le mie considerazioni sul museo della scienza che ho visto oggi, basti dire che ne vale la pena, in particolare le sale sulle macchine a vapore, sulle scoperte spaziali (c’è un video divertentissimo con un collage dei tentativi pioneristici degli anni 30 di tedeschi e americani di lanciare dei razzi, uno dei filmati si interrompe sul più bello perchè l’operatore si era spaventato e se l’era squagliata) e sulla storia dell’aviazione. C’è anche un cinema 3d dove, a pagamento, fanno vedere degli interessanti documentari, io ho visto quello di national geographic sui fenomeni naturali che l’occhio umano non riesce a percepire perchè troppo veloci o troppo lenti o troppo piccoli (Unseen Worlds). Lo shop è una specie di paese dei balocchi: dalle 300 sterline per avere il drone quadrielica con webcam HD alle caramelle dell’astronauta da 2 sterline.
In questi giorni ho elaborato la mia personale, contraddittoria e superficiale idea sugli arabi in UK. Facendo a piedi il tratto da Mile End alla City mi sono imbattuto in una casbah con banchi all’aperto che vendono prodotti di tutti i tipi dagli alimentari ai detersivi ai piccoli elettrodomestici, sembrava di stare a Ballarò a Palermo.
Il viaggio
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