Mestieri
funzionarioLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Regno UnitoData di partenza
2014Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Nella corrispondenza email tra Mariano e i suoi amici italiani, trova ampio spazio una rassegna dei luoghi comuni sull’Inghilterra e sui contenuti dei programmi televisivi locali, non molto differenti da quelli che si vedono in Italia.
London 6. 20 ottobre 2014
Con l’occasione della permanenza a Londra sto avendo modo di confrontarmi sulla validità di alcuni luoghi comuni che la riguardano, di solito i luoghi comuni in quanto comuni hanno più possibilità di essere veri piuttosto che falsi, esclusi quelli sui terroni, almeno quelli al di là dello stretto.
Uno dei più diffusi è quello che la TV inglese e in particolare la BBC sia decisamente meglio della nostra TV, beh per quanto mi riguarda è assolutamente vero, non che sia una televisione elitaria, ogni sera su BBC One alle sette c’è la versione inglese di ballando sotto le stelle, c’è X factor, c’è una marea di programmi di cucina, che peraltro non mi sembra abbiano grandi effetti sulle pessime abitudini alimentari (già è difficile mangiare certe schifezze ma farlo mentre stai viaggiando in un vagone affollato della metropolitana…). Però mancano del tutto le volgarità, le letterine, le grida etc., la televisione non è considerato un media per queste cose (al limite rivolgersi ai giornali scandalistici). Ci sono anche un sacco di quiz però nessuno dove conta solo la fortuna (tipo i nostri “pacchi”), ne hanno uno molto carino dove si confrontano le varie università inglesi su domande soprattutto scientifiche e letterarie parecchio difficili. Il mio preferito è però QS ovvero Quiz Sport…una specie di trivial con domande solo di sport. Poi ci sono le serie TV e lì non c’è storia, oltre alla quinta stagione di Downton Abbey ho un po’ seguito “Peaky Blinders” una serie che racconta l’ascesa di una gang a Birmingham subito dopo la I^ guerra mondiale, la serie è fatta veramente bene (ricorda un po’ C’era una volta in america) e ha una colonna sonora strana ma molto bella (vista l’ambientazione) di Nick Cave e PJ Harvey. Poi ci sono i documentari che sono oggettivamente di un altro pianeta l’altra sera ne ho visti due uno di seguito all’altro, nel primo una giornalista molto giovane ricostruiva il percorso del traffico di droga nelle sue prime tappe in sudamerica, intervistando spacciatori, soldati, poliziotti, contadini. E’ riuscita a farsi mostrare da due tipi l’intero processo di raffinazione della droga in mezzo a una foresta del Perù, ha seguito i soldati nella ricerca e distruzione di una raffineria, è andata in un villaggio di contadini cui la coltivazione della coca ha consentito di avere una vita un po’ più decente, di avere casupole non di paglia ma di legno, di fare studiare i bambini, un signore anziano ha detto di avere bevuto il suo primo bicchiere di acqua fresca solo qualche anno fa perché ha comprato il frigo con i soldi della coca. L’altro documentario era sul Ruanda anche questo fatto benissimo e prendendosi pure dei rischi visto che in Ruanda quelli al potere sono legati ancora agli autori del massacro. Praticamente sono andati ad intervistare tutte le parti in causa, dal generale rifugiatosi in Sudafrica al presidente in carica Kagame (che lasciò fare alle milizie ai tempi del massacro e adesso accende candele alle commemorazioni), al tipo che sta cercando di fare un museo della memoria, a due prof. americani che da anni si occupano di questa faccenda e sono arrivati alla conclusione che oltre ai tutsi furono uccisi anche centinaia di migliaia di hutu. Dicono chiaramente che una buona mano agli impuniti l’hanno data UK e USA che hanno anche fatto fuori dall’inchiesta Carla Dal Ponte. Ma il documentario più bello è stato “England’s worst ever football team”, abbiamo già detto che il calcio l’hanno inventato loro e per un lungo periodo si sono ritenuti così superiori agli altri da non partecipare nemmeno alle competizioni internazionali. Quando nel dopoguerra si sono decisi a partecipare gli altri erano diventati parecchio bravi e per gli inglesi è stato un susseguirsi di scoppole quasi ininterrotto, ebbene questo documentario ripercorre le peggiori nefandezze compiute dalla nazionale di calcio inglese commentate da tifosi, celebri e non, increduli di quanto successo, cui fanno da contrappunto le dichiarazioni bellicose dei calciatori prima del disastro. Quello che sono riusciti a fare i portieri inglesi negli ultimi trent’anni è inenarrabile, poi ci sono scene da Mr Bean tipo l’attaccante che tocca la palla appena prima che entri facendo annullare il gol per fuorigioco, gente che si fa espellere nei modi più assurdi. Sento l’estrema necessità che qualcosa di analogo sia fatto anche per la nazionale italiana, con gli sputi di Totti, Balotelli, le interviste a Trapattoni etc..
Passando al grande schermo è in corso la 58^ edizione del London Film Festival, diciamo subito che non ha nulla a che vedere con il fascino della Mostra, i luoghi principali del festival sono i numerosi cinema di Leicester Square, dove quasi non si percepisce che è in corso un festival considerati la quantità di gente che passa per quella piazza e che la normale programmazione dei cinema continua, e la sede del British Film Institute il cui ingresso si trova sotto la rampa di un ponte sul Tamigi (mi pare Waterloo)….Io ho visto giovedì ’71” un bel film d’azione che racconta la storia di un soldato inglese rimasto imprigionato nella parte cattolica di Belfast durante gli scontri del 1971. E’ un film dove tutte le parti in causa (inglesi suddivisi tra soldati e agenti sotto copertura, nordirlandesi cattolici moderati ed estremisti, nordirlandesi protestanti moderati ed estremisti) ne escono male, si salvano solo alcuni individui ma non le fazioni. E’ molto bella la resa cupa e opprimente della città, una specie di Gaza piovosa. Dopo il film fanno sempre il dibattito…da evitare…per ’71 appena finita la proiezione si è presentato l’attore gigioneggiante come se il film fosse stato Scemo+Scemo, gli attori come i calciatori possono essere bravi (come questo) o meno però quasi sempre non hanno piena cognizione di quello che fanno. Ad es. un attore intellettuale (?) come Elio Germano si è presentato a Venezia per il film su-nopardi con il pugno chiuso dicendo poi di avere profondamente studiato la sua opera. Io non credo proprio, se avesse studiato Leopardi avrebbe capito che non avrebbe mai potuto accettare limitazioni alla sua espressione come quelle dei regimi comunisti, se fosse nato in Unione Sovietica sarebbe finito in Siberia o scappato negli USA. Avrei capito per un film sull’assedio di Stalingrado ma su Leopardi!!! Il pugno chiuso i 1 Ahh Germà!! fatti un gulag tutto tuo all’Appia Antica che poi ci facciamo le cene eleganti!
Ieri mattina ho invece visto il documentario “National Gallery” del maestro Wiseman, in realtà che fosse un maestro e anche che esistesse l’ho scoperto alla scorsa mostra del cinema quando è stato premiato con il Leone d’oro alla carriera. Il film è molto bello, in due ore e mezza ti porta veramente dentro il funzionamento di questa istituzione inglese, per me l’aspetto più bello che viene fuori è la rappresentazione del museo non come edificio statico ma come organismo vivente con il sangue (i visitatori), i globuli bianchi (custodi, inservienti), cervello (il board), polmoni (le guide, i restauratori). Il capo del board non ne esce benissimo è un gran burocrate e quando si trova a spiegare un quadro a degli ospiti importanti è alquanto deludente. Le guide sono fantastiche in particolare una signora racconta in un modo naturale, chiaro, fantasioso gli ambasciatori di Holbein e Sansone e Dalila di Rubens da fare invidia a parecchi critici dell’arte che si vedono in tv. Ci sono anche diversi momenti divertenti con i rimandi tra le espressioni dei visitatori e quelle dei quadri che stanno guardando. Fa vedere benissimo come lavorano i restauratori, c’è una lunga scena molto interessante su come sistemano le luci per un quadro, stanno lì un sacco di tempo anche con strumenti che misurano la luce che arriva in diverse zone del quadro. Anche stavolta seguito dibattito con domande tipo come ti sei trovato a girare per la prima volta a Londra o sulla scelta del colore piuttosto del bianco e nero (in un film sui quadri!!!), lui ha risolto elegantemente con battute che hanno divertito molto il pubblico e avrebbero di sicuro divertito anche me se fossi stato in grado di capirle.
Il viaggio
Mestieri
funzionarioLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
Regno UnitoData di partenza
2014Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Mariano Graziano
Biografia di una città
London 1st, 22 settembre 2014 Carissimi vi scrivo da una amena caffetteria dell'Università Queen Mary in attesa...
Lunch seminar
London 2", 25 settembre 2014 Carissimi ieri mattina ho conosciuto il prof, l'accoglienza è stata veramente buona,...
In giro per la City
London 3rd, 28 settembre 2014 Primo WE a Londra alla scoperta della città, ho deciso di vedere...
Up the Irons
London 8th, 28 ottobre 2014 Up the Irons E alla fine gli sceicchi sono tornati a casa...