Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
2009Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Il passaggio nei luoghi dello sbarco in Normandia è l’occasione, per Paola Fiorentini e i suoi compagni di viaggio, per una riflessione sui grandi avvenimenti che si sono consumati sul litorale nord della Francia e sull’attualità.
Ore 8, puntuali: colazione, questa volta internazionale. Dopo un rapido ritorno in camera per abluzioni, partiamo per visitare i luoghi “sacri” dello sbarco in Normandia, che determinò la fine dell’occupazione tedesca in Europa, con i! sacrificio di tante giovani e generose vite (non era la loro guerra). Ritiriamo la vettura dal parcheggio a pagamento: Giampaolo inorridito ci comunica che è costata 52€! Ripartiamo. Naturalmente, quasi per istinto, scegliamo la strada più lunga attraversando la serie ininterrotta di paesi del lungomare che da Deauville, con qualche deviazione interna, porta ad Arromanche. La scelta comunque, per quanto allunghi il percorso anche a causa del traffico turistico di questo periodo, non ci dispiace: l’alternativa sarebbe stata la monotonia dell’autostrada. Prima di arrivare ad Arromanche possiamo già vedere sulla spiaggia e nel mare alcuni cimeli dei famoso attacco del 6 giugno 1944, ma la nostra meta è il Museo commemorativo costruito sulla spiaggia dove giacciono ancora, arrugginiti dal tempo e dalla salsedine, i resti dei pontoni che costituirono il porto d’emergenza per lo sbarco, costruito in pochi giorni dall’esercito americano. Arrivati ad Arromanche, parcheggiamo la macchina sul bordo della strada, saliamo su un terrapieno con terrazzo panoramico da cui si vedono meglio anche i resti in mare; studiamo a lungo le cartine incise sul parapetto che circonda il terrazzo e che rappresentano le varie dislocazioni delle truppe d’assalto: nella mente riviviamo quei momenti anche attraverso le immagini dei film girati su questo tragico se pur glorioso evento della nostra storia recente; il cielo grigio crea la giusta atmosfera. Entriamo poi nel museo dove proiettano ininterrottamente, su uno schermo circolare, un cortometraggio composto da spezzoni di filmati originali girati durante e dopo lo sbarco. In piedi, in mezzo alla stanza circolare guardiamo, girando la testa in modo frenetico, le immagini che ruotano intorno a noi, accompagnate da musica, scoppi di cannonate e colpi secchi di mitragliatrici. I volti di quei soldati che compaiono in primo piano nell’atto di sbarcare, seri ma decisi, ci colpiscono in modo particolare perché sappiamo che per molti queste sono le loro ultime immagini. La continuità del filmato, che dura 18 minuti, è interrotta ogni tanto da immagini a colori di vita attuale, serena e piena di vitalità: l’intento è quello di sottolineare che la tranquillità della nostra vita, il fatto che da allora non ci siano state più guerre fra gli stati europei, lo dobbiamo in gran parte al sacrificio di quei 10.000 giovani morti in due giorni, dal 6 all’8 giugno. Usciamo senza parlare, con un groppo in gola e un profondo e rinnovato sentimento di gratitudine; ci auguriamo che anche i giovani, che non hanno conosciuto gli orrori della guerra, mantengano viva la memoria storica di questi e di tanti altri avvenimenti tragici perché non si ripetano mai.
Il viaggio
Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
FranciaData di partenza
2009Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli altri racconti di Paola Fiorentini
Negli occhi di Monet
Finalmente entriamo per un passaggio angusto, scendiamo alcuni scalini e ci troviamo nel giardino, luogo di...