“Non ho niente da diffendere”

São Paulo 20 luglio ‘917

Carissima Argia

Rispondo alle tue lettere tardai a scriverti perché proprio vedo l’impossibilità di unirsi.

Come ben lo sai la mia classe è stata chiamata sotto alle armi, io neanche mi son fatto vedere al Consolato (tu dirai e perché?) . Perciò io non ho niente da diffendere . (Ma sei un cattivo patriota: la mia patria il mondo intero! Perciò io: son disertore, aspettiamo la fine di questa carneficina (se verrà! Solo allora potrò venire in Italia).

Cara Argia le belle parole di corraggio e conforto che tu esigi non so dove trovarlo sarà il destino che vuole così. Quanto rimasi contento di quelle poche parole scritte da Gilberto, e del suo attestato di lode così piccolo così integligente ho come vorrei averlo vicino.

Dimmi Argia come potrò io fare scriverti tante belle cose che adesso mentre scrivo ho la febbre? Contentati ti manderò sempre mie notizie di salute. Ma voi altri scrivetemi spesso puoi mandare anche senza francobollo quando ricevo tue lettere mi par di rissusitare ma poi quando finisco di leggerle e che devo risponderti a ciò che io non penso, il sangue mi si muove mi ammalo.

Vuoi sapere che mestiere faccio, beh lo sai che io non ho arte nessuna, oppure ce nò tante basta essere indipendenti, a me i fischi delle fabbriche e delle officine non mi svegliano. Si vive con un poco di industria e un po di comericio.

La Gigia dopo delle due bimbe che ha portato dall’Italia a un maschio e si chiama Alberto.

Ricevi tanti saluti da parte sua. Saluti a tutti. Mille baci a te e Gilberto.

Antonio

(scrivi spesso)