Paesi di emigrazione
SpagnaData di partenza
2014Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)L’incontro con persone di tutto il mondo, ma anche il piacere di ritrovarsi in cammino con altri italiani sulla strada che conduce verso Santiago De Compostela.
14 settembre 2014 — giorno 2 di cammino
La sveglia alle sei di mattina con l’accensione di tutte le luci nella camerata non è lieve, soprattutto se si ha il lampadario sopra la testa. Mi permette però di partire che è ancora buio e di assaporare la magia del bosco negli attimi che precedono l’alzata del sole. Il bosco delle streghe, così chiamato perché nel medioevo perseguitarono delle streghe qui, forse per questo conserva quest’alone fantastico. Sono motivato a dimenticare la giornataccia di ieri e ho recuperato parecchi acciacchi fisici. Mi attraversano la strada un rospo prima e una martora poi. A lato sempre vacche, a volte nemmeno recintate, e mi chiedo perché non scappino, saranno sicuramente macellate e allora perché preferiscono una tranquilla prigionia alla libertà? Non siamo così anche noi, che in nome del quieto vivere sacrifichiamo lo scavare a fondo nelle cose? che per il benessere non vogliamo la verità? E se qualcuno, vacca o uomo, è mai fuggito non è più tornato indietro, o se è tornato lo hanno preso per pazzo. Incontro Vanni — finalmente un italiano! — che mi chiede se voglio fare un pezzo di strada insieme. Un po’ di compagnia, proprio quello che ci voleva per risollevare il morale e non pensare alla fatica. Pure lui ha caricato troppo lo zaino e ieri ha fatto molta fatica. È però molto allenato nonostante abbia da poco compiuto i 60 anni, un gran viaggiatore giramondo, che risiede a Bologna. Parla quasi esclusivamente lui, è un gran chiacchierone. Sta al mio passo e veramente in compagnia la fatica è alleviata, perché non sto continuamente a pensare a quanto devo ancora camminare. Il mio pranzo essenziale consiste in una mela e una latta di ceci — per le proteine. Adoro la Babele linguistica del Cammino, un miscuglio di lingue che ha contagiato anche me tanto che mi ritrovo a fare pensieri in spagnolo e in inglese. Poi non so mai come parlare e cosa rispondere nei bar: hola? thank you? mercì quando eravamo in Francia? grazie per far capire che sono italiano? Durante la camminata incontriamo altri italiani e formiamo un gruppetto di sei persone. È bella questa solidarietà fra connazionali all’estero. Il percorso che porta a Zubiri è molto bello e non troppo impegnativo, attraversiamo una pineta che trasuda resina. Arriviamo alle due di pomeriggio e per oggi ci accontentiamo, così domani sera raggiungiamo Pamplona. Abbiamo il tempo per rilassarci, riposare, lavare a mano la biancheria e le magliette usate. È il primo vero giorno di Cammino oggi, in cui si inizia ad avere confidenza con gli altri pellegrini, ci si prende tutto il tempo necessario non più presi dalla foga di arrivare, qualcuno tira fuori la chitarra, un altro l’armonica. Mi concedo un peccato di gola prendendo un kinder bueno alle macchinette. Formiamo proprio un bel gruppo, allegro e vivace, che comprende tutta la penisola dal Trentino alla Sicilia passando per Bologna, la Sardegna e la capitale. Ridiamo e scherziamo assieme fuori a cena, stando attenti a tornare entro le dieci, orario di chiusura dell’albergue. Vanni mi fa i complimenti per questa mia scelta di fare il Cammino, denota personalità e voglia di fare, non facile per un giovane in questi tempi. Sarebbe orgoglioso se avesse un figlio della mia età e gli dicesse: vado a fare il Cammino di Santiago. Anche farlo alla sua età denota il non essersi ancora rassegnati all’incombere del tempo. Siamo arrivati al punto da usare molto dentifricio pur di alleggerire il peso dello zaino.
Il viaggio
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