I Fratelli Branca

S. Paulo Marzo ‘919

Carissima Argia

Ricevei la tua cara e disiderata lettera intesi che mi hai scritto più volte ma io non ho mai ricevuto niente. Tu mi dici che sei rimasta sorpresa non trovando un lungo scritto, e che cosa vuoi che scriva, se quando prendo la penna mi par di voler scrivere tante cose invece resto inebetito, solo a pensare le nostre condizioni, l’altro giorno son stato al consolato per informarmi di certe cose, ma quante difficoltà non mi ha trovato per i renitenti all’estero.  All’ultimo poi mi ha detto se voglio partire posso, ma quando arrivo in Genova i frattelli Branca (espressione gergale per indicare carabinieri e polizia: coloro che ‘abbrancano’, Ndr) faranno il suo dovere. Così a voluto dire che arivando in Italia sarò imprigionato.

Fammi un favore tu Argia informati bene e scrivimi

Tu mi dici che quando firmeranno la pace fanno l’amnistia per i condannati a 18 – o 20 – anni

Ma questi condannati son rei politici opure indisciplina militare ho disertori renitenti ho come. Quando mi scrivi spiegami qualche cosa. Con dispiacere ho sentito che anche in quei paesi ce stato delle vittime di quella brutta malattia ma speriamo che sia passata, anche qui in S. Paulo adesso i casi son molto rari.

Io di salute sto molto bene e così spero sarà di voi altri.

Con cambio i saluti di Corona e Pasquale, che spero quando riceverai questa sarà congedato, digli che mi scriva qualche cosa della vita militare in guerra.

Ringrazio della cara cartolina che Gilberto mi ha mandato.

Tralascio col porgervi saluti a tutti. Mille bacioni a te e Gilberto.

Antonio