Mestieri
macellaioLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
KenyaData di partenza
1939Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)È il settembre del 1939 quando Leonardo Farris, soldato di leva, riceve la notizia di un imminente trasferimento nelle colonie italiane. La guerra europea voluta dalla Germania è ormai una realtà concreta. Leonardo, con alcuni commilitoni, farà in modo di scegliere la destinazione più remota dell’Africa orientale italiana, Mogadiscio.
Il due settembre 1939 ci chiamano per il trasferimento, adunata al piazzale tutti contenti che si lasciava l’inferno di “Gattolini” e proprio lui ha fatto un bel discorso padriottico che la patria aveva bisogno di noi e ci ofriva un viagio che nella vita civile era dificile poterlo realizare, vedavamo dei posti invidiabili dovevamo essere orgogliosi, agiunge ancora come sapete la Germania e già in guerra vedete qui c’è l’oscuramento, sono manovre gniente paura. Finalmente ci dice del trasferimento, è arrivato l’ordine ministeriale di una richiesta, settanta autisti per le colonie sarebbero quaranta per A.O.I: venti per la Libia e dieci in’Albania il vostro comandante adesso vi comunichera la destinazione. Il capitano incomincia l’appello, questi che chiamo, i primi dieci sono per l’Albania, i secondi venti per la Libia sono capitato anch’io gli altri quaranta A.O.I. finito l’appello a dato la facoltà tra noi potevamo scambiarci località, bastava andare in ufficio e dare il nominativo perché la sera si partiva con sette giorni di licenza, parecchi in A.O.I. cercavano di cambiare destinazione basta che non andassero così distante, i più afiatati ci siamo riuniti decidemo di andare lontano fare un bel viaggio vedere queste terre che proiettavano al cinema (al filme luce) erano rimasti quattordici mesi, siamo partiti con grande entusiasmo convinti che la rimanenza della “NAIA” non si sentisse, era proprio così se non c’era stata la guerra. Partimmo per Parma per la licenza di sette giorni per presentarsi all’aeroporto di Napoli (Capodichino) li era lo smistamento per le colonie, così è aumentato anche il corredo oltre quello che avevi si è aggiunto quello coloniale. Verso il dieci settembre c’imbarcarono sul piroscafo ARNO era bellissimo, un viaggio stupendo eravamo sessanta militari quaranta dell’aviazione e venti marinai tutti di leva, si mangiava nel salone insieme ai civili ai noi militari ci avevano assegnato sei tavoli, il mangiare era per tutti uguale, la prima fermata è stata a porto Said un giorno, si parte la sera per traversare il canale di Suez, dopo dodici ore siamo arrivati a porto Suez per imboccare il Mar Rosso, dalla partenza di Napoli dopo sette giorni di navigazione siamo arrivati a Massaua al porto della colonia italiana, un caldo terribile quaranta all’ombra. Sbarcassimo cera pronta la colonna dell’aviazione tutti i quaranta avieri partenza nell’alto piano ERITREA località aeroporto di Gura ch’era di smistamento in attesa di trasferimento nelle varie zone dell’Impero, la divisione delle Zone era “I^ ZATA GURA” “II^ ZATA ADISABEBA” “III^ ZATA MOGADISCIO” erano chiamate così. Dopo una settimana la destinazione definitiva, solita storia di accomodamento tra noi per scambiarci la località, io, Bazzoli FORLI, Pastonghi AREZZO, Spallotta VELLETRI, Bernini CASTEL GANDOLFO, Attili ROMA, Cassaccia ANCONA, altri per arrivare a quindici che non ricordo, ci siamo detti, dato che siamo distante da casa allontaniamoci ancora di più e abiamo fatto del tutto per andare a Mogadiscio III^ ZATA, altri sette giorni di navigazione, nell’oceano indiano, rifaciamo la stessa strada per Massaua c’imbarcano sul piroscafo Leonardo da Vinci destinazione Mogadiscio assieme cerano anche quindici marinai destinati a Chisimaio stesso trattamento dell’ARNO durante il tragitto si è fermato ASSAB poi ADEN una fortezza inglese ci guardavano di malocchio perché sapevano che Mussolini e HITLER era papa e ciccia. Dopo due ore siamo partiti, a Gibuti colonia Francese si è fermato un giorno, chiedessimo al comandante del piroscafo se ci faceva scendere a terra per visitare Gibuti, era un po dedubante, accetò se facevamo i bravi ragazzi, la nostra risposta un si grosso, poi a continuato, mi riservo, se succede qualcosa e ho delle grane farò il raporto ai vostri comandanti come ho sempre fatto in merito al vostro comportamento. Scendiamo a Gibuti, colonia francese, gniente di speciale le case nel quartiere dei bianchi erano a due piani il cinema coscion sembrava una stalla dove fanno allevamento di bovini un salone piccolo con due file di separé che neanche servivano per noi italiani e stata una novità siamo rimasti meravigliati del comportamento dei clienti bianchi e neri quelli facoltosi, usciti da quel locale abiamo gironzolato nel quartiere di colore ci parlavano, noi non capivamo gniente, nel fratempo orizontandoci dov’era il porto era guasi finito l’orario assegnatoci per di più la fame si avvicinava arriviamo alla nave un marinaio all’ingresso ci fermò, chiama il comandante e venne, siete tutti, ci contò volle sapere comera andata la gita, il nostro comportamento risposta tutto bene lo ringraziamo infinitamente, all’imbrunire si parte si naviga ancora per tre giorni all’alba arriviamo a Mogadiscio, la nave butta l’ancora il porto non esisteva per sbarcare adoperavano la gru (MONTACARICHI) i primi a scendere sono stati i civili finito loro a noi militari ci mettevano in dieci dentro un sacco grande, con la gru scendavamo dentro la maona (grande barcone a motore) arrivati a terra aspetiamo i zaini la macchina dell’aviazione era pronta come arrivano i bagagli ognuno prende il suo si parte, dopo quattro chilometri circa arriviamo al campo dopo quattro mesi finalmente alla base ci fanno scendere al piazzale, viene il comandante dell’aeroporto, era sardo e la moglie romana con il grado di colonnello si chiamava (MONGIA) era bravissimo, ci a fatto la morale a fin di bene.
Il viaggio
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KenyaData di partenza
1939Periodo storico
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