Mestieri
sartoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Temi
lavoroTemi
lavoroIl primo impatto con il lavoro negli Stati Uniti non è dei migliori, ma Salvatore è un ragazzo che non si perde d’animo e cerca subito una nuova strada per affermarsi.
Io presi le mie valigie, c’era un signore ad aspettarmi, mi portò in un ufficio al centro di new york, ha vedere quei enormi grattacieli, semprava che fosse in un mondo non reale, ma era cosi. Il signore si prese tutti i dati e poghi minuti dopo mi porto alla stazione centrale mi compro il biglietto, salii sul treno e partii per la destinazione mi disse che sarei arrivato all’incirca le dieci di sera, dovevo viaggiare per circa dieci ore, salii sul treno sistemai le mie valigie mi sedetti vicino ad una ragazza forse qualche anno piu di me, lei compro un panino per lei e uno per me lo presi volentieri, avevo un po di fame, la ragazza era molto generosa continuammo il viaggio dopo di qualche ora, comprò di nuovo panini e cocà, me lo offrì di nuovo, dissi che lo pagavo io lei disse che andava bene, cosi cercai di conversare come potevo lei scenteva qualche stazione prima di me, dissi che era bello viaggiare con persone gentili come lei, accetto il complimento, e mi disse neanchio ero male, parlammo che io venivo da Roma, mi disse che un giorno sarebbe andato a vitare Roma e altre citta, che amava gl’italia, mi disse che cose antavo a fare a Rochester gli dissi che andavo a lavorare nella fabrica SKEI FREEMAM mi disse che in quella fabrica producevano i migliori vestiti da uomo io gli dissi che io ero un sarto da donna, ma potevo farlo anche da uomo, la giornata passo, lei arrivò molto gentile mi saluto mi disse speriamo che un giorno di incontrarci di nuovo, buona partenza, se ne andò, io continuai fino all’arrivo, quando arrivai erano le dieci passate scesi alla stazione chiesi al capo stazione se c’era una pensione o un albergo che costava pogo, mi indirizzo da una vecchietta in citta, presi il taxi, e andammo da questa signora, mi dette una camera, solo per dormire il bagno era in comune con vasca, non era niente male. La mattina mi preparo [pronto] il pulman e vado al’avoro mi presento con tutti i documenti necessari, vado il secreteria, mi fanno una scheda mi danno un cartellino per timprare, entrata e uscita, mi danno un posto assegnato, la fabrica era enorme, ti potevi perdere per quanto era grande, avevi un cartellino con un numero sopra, tu sei un numero, quella cosa mi a dato fastidio, ho capito subito che quella fabrica, non era per me, allora di pranzo, prendere un vasoio con piatto e posate, una coda da far paura, mi semprava un carcere, forse per loro era normale, a me non piaceva, alla fine del giorno di lavoro, vado in una trattoria, la cucina era un po italiana. ho trovato alcuni italiani che erano arrivati prima, erano tutti piu anziani di me chi aveva 30-40-50 anni, io ne avevo appena 23 ero il più giovane, mi lamentai questo e un carcere e poi non mi piace che devi fare sempre le stesse cose, un sarto il più anziano, vuoi reglamare, fallo pure, ti spediscono in’italia, be quasi non sarebbe male ho trovato qualche ragazzo giovane figlio di sarto, la sera andavamo al cinema, io cercavo di tradurre quel che potevo, andavamo al campo sportivo due di loro giocavano a calcio, c’erano delle ragazze a vedere mi chiesero perche non giocavo, gli disse che non avevo voglia, la sera dopo andai a fare il portiere, le ragazze stavano tutte le sere gli aspettavano che finivamo, poi ci chiedevano di andare al cinema con loro, io dissi agli amici, questo e un mondo diverso dal nostro, io poi dovevo fare da tratuttore quel po che sapevo, le ragazze ti stavano attaccate adosso passavano i giorni in fabrica io non riuscivo ad adeguarmi, allora decisi questo non fa per me, avevo con me gl’intirizzo del fratello del sarto dove ho iniziato ad imparare. Tre settimane erano passate dall’arrivo. Venerdì sera finisco di lavorare vado alla stazione, faccio il biglietto andato e ritorno per new york, ho dormito tutta la notte sul pulman, sono partito alle 8 di sera, sono arrivato la mattina alle sei, presi il taxi gli dieti gl’indirizzo arrivai gli verso le sette era presto, ma quando sei giovane, forse non ai molta esperienza di pensare che stai disturbanto le persone, Così bussai il campanello mi venne aprire proprio lui, che cerchi, gli dissi che venivo dall’italia, che suo fratello era stato il mio maestro, mi fece entrare, venne la moglie ci presentammo, molto cordiale, facemmo colazione, gli dissi quale erano i miei desiteri, che volevo trasferirmi a new york, mi disse tu ai un contratto con loro, gli dissi che gli ero solo un numero e che sul contratto c’era scritto che dovevo percepire 60 dollari la settimana invece mene danno solo 40. Allora puoi anche farlo mi disse che lavorare un’ora in più potevo benissimo percepire quella somma, ci mettemmo d’accordo, solo dovevo trovare un alloggio per dormire, gli dissi che nel Bronx avevo un amico dal paese erano diversi anni che viveva a New York, avevo gl’intirizzo.
Il viaggio
Mestieri
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