Mestieri
sartoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media inferiorePaesi di emigrazione
Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Nonostante l’impegno per integrarsi e affermarsi negli Stati Uniti, Salvatore va incontro a un periodo di vita molto difficile. Prima il rischio di un richiamo alle armi, poi una serie di gravi malattie arrivano a minare la sua forza fisica e il suo spirito combattivo.
Io mi ero scritto a scuola, nessuno di questi ragazzi venuti dall’italia andava a scuola, se la cavavano benino con gli’inglese, ma a scrivere imparare gl’inglese grammaticamente non interessava a nessuno. Io dissi loro io non voglio essere come voi, cosi andavo la sera, due ore, dopo qualche tempo mi cominciarono a chiamare professore io gli dicevo sfottete voi, io me ne frego, volevo sempre andare a scuola e questo quel che voglio, dalle sette alle nove andava benissi[mo], la sera stavo l’ostesso con loro fino alle 11 si stava benissimo, non si poteva chiedere di meglio. La vita scorreva tranquilla, il lavoro andava abbastanza bene la sera, ritornavo a casa, tutto di fretta cena sparecchio pulire e subito a scuola, era una corsa, ma era quello che volevo, la scuola era vicino, dal ritrovo con gli amici, finito l’orario di scuola, tornavo con gli amici, quando tornavo, mi prentevano in giro come al solito buona sera, professore, io gli dicevo sfottete voi, un giorno, mi darete ragione, la scuola e molto importante, continuo a dirlo, ma! questo a voi non interessa, va bene. Le ragazze americane mi davano ragione, io gli dicevo che ognuno di noi deve fare le proprie scelte, io le ho fatte, come voi avete fatte le vostre. Ma cambiamo argomento, cosa decidiamo prentiamo da bere come al solito cocà e patatine, una sicarette, poi facevamo quattro passi, in zona c’era un cinema RCA, in genere cambiavano un’ospettacolo ogni due giorni così si andava al cinema, quando, non si voleva chiacchierare così si deciteva di andare al cinema. Pensate che i grandi magazzini chiudevano già allora alle 10 di sera, perciò se volevi fare delle compre potevi benissimo farle, e avvolte le facevamo, il tempo passava, arrivo la festa del ringraziamento, la mia acquisita zia mi invita a pranzo da loro una grande mangiata, la mattina siamo stati giù in Town — town vuol dire nel basso centro, siccome che noi stavamo nel Bronx, la parte alta della città, siamo stati giù a broadway il cuore della citta, una giornata bellissima, io che vedevo per la prima volta una parata del genere, erano anche i preparativi per natale, avevo visto la parata di cristoforo colombo questa era un’altra cosa, ritornanto a noi una bellissima giornata sia dal punto di vista festivo, sia per il divertimento, sono rimasto veramente sodisfatto, i miei parenti erano contenti di avermi à pranzo da loro, la sera come al solito, ci siamo riuniti al candy store con tutta la gang, oppure tutti gli amici, una cocà quattro chiacchiere, verso le nove al cinema, una bellissima giornata, Il giorno dopo si sapeva che doveva essere [tosto/presto] di nuovo al lavoro, una giornata come le altre, ma era tutto perfetto, io non potevo di certo lamentarmi, era tutto come lo avevo previsto. Il martedì dovevo andare a passare la visita per il militare, gli amici mi dissere, non fare il professore, non parlare gl’inglese, cherchi di dir che non capisci parli solo italiano.
Questo è un momento difficile stanno reclutanto tutti per la guerra in corea, perciò fai attenzione, che ti mantano à fare la guerra, io gli risposi, me ne torno in’italia, ma che sono matto, Cosi fu, andai a passare la visita, loro parlavano, io dicevo che non capivo niente, che non parlavo gl’inglese che non capivo neanche una parola. Mi fecero perdere mezza giornata di lavoro, quello che mi fece girare le scatole proprio questo, dopo la visità, mi misero in lista d’attesa, Andai direttamente al l’avoro, il principale mi disse allora vai in corea, vado in’italia altro ché corea, la sera mi fermai un’ora in più a lavorare in modo da non perdere la solita settimana di paga, ogni giorno ho recuperato un giorno, cosi la fine settimana, mi pagava come al solito. La sera! gli amici mi chiesero come ero andato gli dissi che mi avevano messo in lista di attesa, vedrai che ti chiameranno, prima o poi, gli dissi non rompete, io non vado da nessuna parte, io non parlo la loro lingua, io sono venuto qui per fare soldi non per fare il militare e perdere un anno o andare a morire in corea, chi vuole andare facciano pure, non è per me io devo solo lavorare e fare soldi, un ragazzo che faceva parte del gruppo, era andato in corea, alcuni di loro che erano in’america da tempo, stavano in lista di attesa, erano sempre preoccupati con la paura che un giorno, o l’altro sarebbero essere chiamati, ma lasciamo perdere il militare, pensiamo a godere la vita, quello che potrà accadere nessuno lo sa il nostro destino e segnato, perciò cerchiamo di vivere la vita nel migliore dei modi, il resto viene da se, presi una cocà una sicaretta, dissi a una delle ragazze, voi non avete questi problemi. e vero ma abbiamo altri problemi diversi dei vostri, non siamo liberi come voi, abbiamo esigente diverso da voi contizioni diversi modi diversi, molte sono le cose che non abbiamo in comune, perciò ognuno si tiene le sue, va bene scusi, non prenterela, ho solo scherzato, scusate. Andiamo ha giocare, ha bigliardo, e c’erà una grante sala da bigliardo in zona, ci andavamo spesso e sedevamo chi voleva giocare, giocava altri si sedevano c’erano tavoli potevi ordinare qualcosa da bere e si parlava era un po come i giovani di oggi, per passare la serata, a volte si andava a bowling, oppure al cinema, il sabato sera si andava a ballare era una bella vita da giovane, molto diverso dagli’italia, qui si ci divertiva di più. A me piaceva molto questo modo di vivere, era tutto ciò che un giovane volesse, mi mancava i parenti mia madre, ma tutto sommato io vivevo a Roma non sentivo tutto questa mancanza. Il tempo volava tra il lavoro il da fare a casa, la scuola erano giornate piene ma ero molto contento. Mancava tre settimane circa a Natale, qualcosa stava succedento. nessuno poteva immaginare che potesse succedere, stava succedento l’inferno. Mi ammalai di bronchite, dovetti andare dal dottore mi visitò e mi mandò subito in ospedale in zona San Francis ospedale, mi tenettero gli una settimana forse di meno, mi curaro bene tutto a posto, andai à casa ritornai al lavoro tutto bene, Ma non durò molto qualcosa stava succedento. Il mio inferno stava arrivanto. La gamba, mi dava fastidio, cominciavano i dolori del passato avvrei voluto morire piuttosto che ritornare in ospedale per essere operato di nuovo. Passavano i giorni andavo a lavorare, stavo male, sia dal dolore sia dal morale, cosa sarebbe successo come potevo affrontare di nuovo questo tormento e la prendevo con Dio, perche era cosi crudele verso di me, cosa avevo fatto io che dovevo continuare a soffrire, proprio adesso che la vita mi continuava a sorridere, no, di nuovo con il [?pianto] e sofferenza, avevo quasi dimenticato il passato, ecco che ricompare di nuovo, una vecchia piaga, passaro circa due settimane pieno di dolori e sofferenza, alla fine mi decisi di andare ad un ospedale in centro citta Joint desase ospitai, erano specializzato per malattie delle ossa. Era qualche giorno prima di natale, avevo messo da parte circa ottocento dollari sacrifici spregati, una volta ricoverato, dopo di qualche giorno, ritirarono tutto, nessuno mi aveva informato di niente, altrimento, prelevavo tutto e gli davo ad un amico, come vincent, ma nessuno era mai stato male, da essere ricoverato. Ero talmente depresso, mi semprava da impazzire, cosera della mia vita, non pensavo altro che alla morte. In poghi giorni era tutto cambiato, dalla vita alla morte. Mi misere in una camera con quattro pazienti. stavo seduto sul letto, mi vedo arrivare un dottore, giovane, si presenta era un giovane dottore di Brescia si stava specializzanto in ortopedia, era un anno che faceva specializzazione, cominciò a parlare dopo la presentazione, cerco di capire cosa avevo, cosi mi disse che non dovevo preoccuparmi che tutto si risolveva per il meglio, gli risposi facile per te che stai bene, lo so, solo io cosa ho passato da ragazzo, mi spiegò che non ero stato curato bene, che qui stavo in buone mani le migliore qui fanno miracolo, gli risposi non per me, sono troppo sfortunato per ricevere un miracolo, Se ne andò, mi disse che veneva, verso sera con altri colleghi, difatti prima di cena venne con un romano e un fiorentino, stanno a parlare per un pel po’, si parlava di piu o meno della vita, io gli dissi che mi trovavo benissimo, fino à quando mi sono ammalato, adesso non cè più scopo di vivere, mi dissero non fare il pessimista vedrai che tutto si risolve sei molto giovane, ai una vita davanti.
Il viaggio
Mestieri
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Stati Uniti d'AmericaData di partenza
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Salvatore Di Biase
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Per la prima volta felice
Il tempo volava i giorni finivano prima di cominciare non mene accorgevo nemmeno arrivava fine settimana...