Paesi di emigrazione
GiapponeData di partenza
1908Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)La baronessa siciliana arriva a Nikko, importante centro di culto shintoista del Giappone e commenta sul suo diario le piacevoli impressioni che riceve dal contatto con la cultura e con il popolo giapponese.
29 Aprile
A scuotere un po’ le riserve di ammirazione verso il Giappone, alcuni spiriti scettici ci aveano preannunziato sul battello, questa dolorosa sentenza : “Visto Nagasaki, visto tutto il Giappone!”. Lo sbarco definitivo a Kobe con l’incontro della piccola colonia italiana il primo apparire tutto occidentale della città presso il mare — annegando l’impressione di trovarci in pieno impero del Sole Levante, misero piuttosto in cuore, il timore di avere con Nagasaki perduto tutto il Giappone ! Possibile !
Un vasto piazzale, circonda il tempio shintoista di Nikko. Inondato da baracche di leccornie… e di curiosità, è completato da due grandiosi hai in legno. Piccole mustné a frotte col tondo e rosso nuiskio (bambino) attaccato alle spalle ci seguono. Disposte a gruppi, le piccole mustné, più larghe che alte, a prima vista, sembrano con due teste, tanto il corpo del piccolo è dissimulato nel mantello o confuso nel cuscino del dorso muliebre si prestano compiacenti e sorridenti alle esigenze della mia kodac, e poi continuano a seguirci rispettosamente. Questa folla, questi ritrovi popolari, non hanno nulla di ripugnante: tutto è lindo e pulito ! L’orrore della sporcizia, e la prima bellezza di questo popolo, che adora il bagno e lo trova indispensabile come il cibo perfino due volte al giorno. Questa sola abitudine basterebbe a renderlo, simpatico ed accostante.
La sera a teatro! al teatro giapponese, trovo doppia scena, quella artificiale e la naturale — quella degli artisti e l’altra del pubblico. Forse la seconda m’interessa più della prima; la mimica vi è così divertente fra quella gente disposta per terra sulla platea, divisa a piccole scatole quadrate di legno, dentro le quali si svolgono gli usi delle famiglie, delle coppie, dei gruppi di amici, accovacciati fra il thé, le leccornie e l’indispensabile fornellino per la pipa e l’acqua calda sempre acceso. È in piccolo la vita delle abitazioni — recinti più larghi, scatole un ‘poco più chiuse — ma senza serrature— (le. chiavi non esistono) dove le stanze sí formano a volontà tirando gli shoi, pareti scorrevoli su telai di legno, leggere e trasparenti. Un forestiere indiscreto potrebbe sentire e vedere quanto vuole. Perfino gli stessi giapponesi non fidano molto delle loro case, c’ è un proverbio che, dice: “Non confidare un segreto importante, entro casa!”
Il viaggio
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