Paesi di emigrazione
GiapponeData di partenza
1908Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Temi
viaggioTemi
viaggioIl viaggio sulla Transiberiana porta la Baronessa a fare tappa in Cina, ad Harbin, in una atmosfera che la impressiona molto in negativo.
Mille fastidii e disappunti per ottenere all’ ufficio di Vladivostock, la conferma dei posti prenotati dal.. Giappone, sulla ferrovia transiberiana. Per viaggiare sul treno internazionale occorrono delle prevenzioni di mesi. Come una vera concessione riusciamo, di sfuggire al soggiorno di Vladivostock, ad assicurarci finalmente una cabina sul treno russo. Questo parte due volte la settimana, una per Mosca e l’altra per Pietroburgo.
Si cercano in questo treno invano le famose descrizioni della réclame mondiale. Dove ‘è la cappella? Il bagno? il balcone? Nessuno ambiente oltre l’indispensabile restaurant assai mal servito e un salottino di conversazione. Entriamo tosto nella Manciuria. Lande verdi sconfinate, si svolgono all’infinito, interrompe qualche, rara collina coperta di piccoli tisici arboscelli; i soldati fermi come statue, baionette in canna , stanno scaglionati ad ogni passo presso la linea ferrata. Gli assalti feroci delle selvaggie bande brigantesche chinesi pare siano su questo tratto di cammino avvenimenti ordinarii, reprimibili solo con la forza altrettanto feroce, degli eserciti montati dalla Russia su piede di guerra. Così essa è forzata a proteggere la sola striscia di terra lungo la linea ferrata che possiede nella Manciuria. Noi non vediamo per le distese monotone, nessuna traccia non solo di assalitori, ma di esseri umani in genere. Rarissimi, poveri villaggetti di legno o di fango osserviamo a distanza. Nelle piccole stazioni; sempre di legno, volti ebeti di sudici chinesi. Essi si accostano ad offrire dalle grandi ceste, mazzolini di candidi mughetti ,selvaggi, odorosissimi. Da Vladivostock ci accompagna indefessamente il profumo dei mughetti. È il simbolo tangibile della dolce primavera che passa veloce. A Karbine — Siamo finalmente dinnanzi ad una città. I nostri due bravi amici giapponesi ci lasciano, essi scendono qui, senza dubbio per osservare da’ vicino, i posti consacrati alla gloria delle loro ultime battaglie con la Russia. All’ infuori di questo non altro interesse offre la città.
Alla stazione è una curiosissima mescolanza, tipi. Pare come se tutte le figure più eccentriche del suolo russo si siano dati convegno in questo posto, molto fuori dall’umano consorzio. Facce losche, barbe da eremiti, profili asimetrici, donne anemiche con veli sulla testa e corpetti ai raso lucente su gonne oscure, mantelli a forma di camicie, e per di più tutto l’ orrore del cattivo gusto europeo, esposto in gran pompa.
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