Piastrellista a Nizza

Nel 1960, io e mio fratello Ilario; giacché la ditta in cui si lavorava, non andava più tanto bene, ci si trasferì per qualche mese a lavorare a Nizza, Francia, lasciando la famiglia qui a Città di Castello, avevamo bisogno di guadagnare un poco di danaro più in fretta, si pensava di poterci fare una casa propria. Intanto le famiglie continuavano il loro esodo dalle campagne, fu così che nel frattempo che eravamo a Nizza per lavoro, ci giunse la notizia che anche la piccola famiglia che si lasciò nel nostro podere, ci fece la rinuncia del fondo da lui condotto, così anche lui, si trasferì qui a Città di Castello, la mia casa rurale nuova rimase vuota, non si trovavano più rimpiazzi, e noi si consegnò a nostro fratello Alfredo, che ancora distava a Montepeschio nella sua parte, lo condusse per alcuni anni, poi anche lui; come del resto tutti nei dintorni, lo abbandonò, venendo ad abitare con tutta la sua famiglia, qui a Città di Castello. Intanto noi due a Nizza si guadagnava bene, ed io; come piastrellista divoravo metri e metri di messa in opera di piastrelle, in quei grandi blocchi già edificati, non guardavo orari: ma solo di andare verso sera con un buon numero di metri quadri già messi a dimora. Nel 1958 ad entrambi: come ho detto prima, ci nacque un altro figlio, quindi all’epoca dell’espatrio avevamo la famiglia più grande. La nostalgia verso la famiglia era così tanta, che fatta tutta la stagione si rientrava a casa, con l’intenzione di rilavorare qui nella nostra Città, giacché i lavori edili aumentavano, rientrati a casa, si interpellava la ditta Zampini e Bonelli di Lerchi, ci fecero subito l’assunzione, e quindi ci si rimise a lavorare qui nella nostra Val Tiberina.