Mestieri
minatoreLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
Francia, BelgioData di partenza
1946Data di ritorno
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Da poco il ventiseienne Francesco Ibba, sostenuto da una coalizione di sinistra, è stato eletto sindaco del suo paese dell’oristanese, Ardauli. I “signorotti” locali, però, gli stanno rendendo la vita impossibile, boicottando ogni iniziativa e costringendo gli imprenditori della zona a fare altrettanto.
Durante un giorno di festa incontrai due cugini di mio babbo, emigrati, ch’erano tornati per stare qualche giorno con i loro parenti. Uno di questi si chiamava Giovanni Santo Urru, emigrato in Belgio da più di vent’anni, dalla fine della guerra 1915-18, s’era fatto una bella posizione economica con la conduzione di un bel negozio di generi alimentari.
L’altro zio, Damiano Ibba (Deddeo), rientrava da Savona. A loro raccontai la storia che stavo vivendo, le piacevoli sensazioni provate in occasione delle vittorie, ma anche l’angoscia che provavo in quei giorni e la latente decisione di abbandonare tutto per partire lontano, perché con quei signorotti sarebbe stato difficile vincere la battaglia finale, quantunque avessimo la maggioranza in Consiglio comunale. Spiegai loro come riflettevo la situazione: «Per spuntarla con i signorotti, non basta vincere le elezioni, se dietro le spalle non ha una tranquillità economica, un lavoro stabile che ti dia la serenità nell’animo necessaria. E, purtroppo, a noi – proseguì – tutto ciò è sempre mancato e non per colpa nostra». Gli zii mi consigliarono di abbandonare tutto, di dare le dimissioni da sindaco e partire il più presto possibile. Loro, che Ardauli la lasciarono già molti anni prima per non patire la fame, sapevano che anche allora non c’era da poter vivere civilmente e sapevano che noi reduci c’eravamo avventurati in un’impresa più grande delle nostre forze. Mi dissero anche che, se andavo via il destino mi avrebbe portato vicino a dove abitavano loro e, dunque, mi avrebbero aiutato.
Parlai con Mundu Pirri, dell’incontro con i miei zii. Anch’egli si rendeva conto che le cose declinavano sempre di più al peggio. No ne poteva più e forse aspettava che fossi io a fare la prima mossa, a parlare di qualche possibile alternativa di vita più vivibile. A quell’età, il coraggio non ci mancava, anche perché ne avevamo viste di tutte i colori. Ma una decisione immediata, in giorno di festa, come mi fu suggerita dagli zii, ci sembrò inopportuna: non era giusto lasciare le nostre famiglie, i compagni che ci sostennero nelle lotte, nell’imbarazzo di non poter rispondere del nostro abbandono.
Il viaggio
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licenza elementarePaesi di emigrazione
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Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Francesco Ibba
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