Mestieri
minatoreLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
Francia, BelgioData di partenza
1946Data di ritorno
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Ad Ardauli, Francesco si è dimesso da sindaco. Con Mundu e Pascal ha deciso di partire per andare a lavorare in Francia.
Tutto per la riuscita della nostra partenza era stato studiato a puntino. Passarono alcuni giorni e una mattina presto di fine settembre del 1946, dopo aver preso le poche cose personali, con la testa piena di pensieri ma con molto coraggio, demmo inizio ad una nuova avventura. Da Ghilarza inviammo i telegrammi di dimissioni irrevocabili e da Abbasanta prendemmo il treno con destinazione Milano, attraversando il Tirreno con la nave poco sicura. L’indomani, da Milano di nuovo in partenza per Bardonecchia, dove giungemmo a metà serata. Passeggiando per le strade di Bardonecchia incontrammo un gruppo di giovani calabresi, ex reduci come noi e con identico progetto: espatriare clandestinamente in Francia. Loro ci dissero che avevano già contattato le “guide” e se volevamo potevamo accodarci.
Verso l’imbrunire arrivarono le “guide”, il prezzo da pagare era di mille lire, cinquecento prima della partenza e il resto appena varcato il confine con la Francia. Il percorso non era per niente facile, dovevamo salire sulle montagne fino a duemila metri, in fila indiana ed in silenzio. Il gruppo di clandestini era di venti persone. Verso le quattro del mattino, dopo aver camminato per quindici chilometri, stanchi ed ansiosi perché andavamo incontro ad una nuova vita piena d’avventura, finì la salita e ci trovammo in territorio francese. Saldammo la differenza della somma pattuita alle “guide” (1.000 lire allora corrispondevano a due giornate di lavoro di un muratore qualificato) e proseguimmo nel nostro incognito e avventuroso cammino, lasciando l’Italia alle nostre spalle. Quell’Italia per la quale avevamo combattuto e sofferto per difenderla dal nazismo, la dovevamo ancora una volta abbandonare a malincuore.
Dopo aver percorso pochi chilometri in territorio francese, incontrammo i Gendarmi che ci portarono a Nancy, dove c’era un campo di smistamento di lavoratori italiani giunti lì clandestinamente. Pascal ci lasciò e proseguì dove aveva dei parenti, in una città dove fu seppellita la madre e non lo incontrammo mai più. Nel campo di Nancy trascorremmo alcuni giorni, però Mundu Pirri trovò un’occupazione e ci dovemmo separare. Quella separazione fu un duro colpo per tutti e due, ma sapevamo che poteva andare così e, quantunque fosse doloroso, raccogliemmo ancora il coraggio per guardare in avanti con ottimismo.
Il viaggio
Mestieri
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licenza elementarePaesi di emigrazione
Francia, BelgioData di partenza
1946Data di ritorno
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Gli altri racconti di Francesco Ibba
L’idea della partenza
Durante un giorno di festa incontrai due cugini di mio babbo, emigrati, ch’erano tornati per stare...
Il progetto
Sapevamo che in Francia era iniziata la ricostruzione ed avevano bisogno di molta manodopera e che...
In Francia, miseri come in Italia
Passò una settimana prima che, insieme ad alcuni calabresi, mi portassero in una fabbrica del Nord...
Minatore e sindacalista
In Belgio conobbi molte personalità italiane e belghe, civili e religiose. Vivevo da solo in un...
Ritorno da vincitore
Trascorsero due anni prima che rientrassi ad Ardauli, e quindi si era nel settembre del 1948....