“In bocca al lupo fratello”

2 aprile 1918. In servizio di scorta ai piroscafi “Città di Tripoli” e “Brasile” si parte alle ore 19, diretti a S. Quaranta. Sono carichi di truppe e fra queste si trova mio fratello Francesco. È stata una sorpresa che ho avuto ieri. Mi trovavo d’ispezione a poppa, quando un marinaio mi annunziò che un soldato voleva parlarmi. Fattolo salire a bordo, rimasi di stucco come davanti ad un’apparizione soppranaturale. Lo credevo sul fronte delle Alpi ed invece mi comunicò che era diretto in Macedonia. Devo confessare che quella notte il servizio di guardia lo feci molto, ma molto bene. I sommergibili dovevano stare attenti. Ero pronto a far fuoco al minimo cenno della loro presenza.

2 aprile 1918. Alle ore 10 siamo finalmente a Santi Quaranta. La traversata è stata felicemente superata.

7 aprile 1918. Le truppe, dopo lo sbarco, si accamparono a qualche km da S. Quaranta, cosicché io ebbi agio di trattenermi più di una volta con mio fratello. Anche la fortuna ha voluto aiutarci, con la permanenza del caccia in quelle acque, più del solito. Appresi così da Francesco che presto sarebbero partiti per Delvino, per poi proseguire ancora per località ignota. Purtroppo è venuto il momento di ripartire. Chiesto il permesso al Comandante ed accompagnato dall’amico Cadonà mi recai all’accampamento delle truppe a salutare mio fratello. Fu un triste saluto. Chissà se si saremmo più riveduto. La guerra in pieno svolgimento. Io sui mari insidiosi, lui nella selvaggia Macedonia. Ed alle 18 si sciolgono gli ormeggi. Sono con noi il “Brasile” e la “Città di Tripoli”. Passiamo i sbarramenti e navighiamo sul mare libero. A poco, a poco la terra si allontana e poi sparisce ai nostri occhi. Addio Francesco. In bocca al lupo.