Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
DanimarcaData di partenza
1953Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Il girovagare di Francesco nell’Europa degli anni ’50 lo porta anche a Berlino, capitale sotto l'assedio della Guerra Fredda, luogo simbolo della divisione dell’Europa.
Un pomeriggio assolato percorrevo a piedi una strada di campagna per raggiungere non so più quale paese in quale regione della Germania. Col procedere nella via lo zaino s’era fatto sempre più pesante e i miei passi sempre più lenti. Una coppia di anziani coniugi, che alle mie spalle percorrevano la stessa strada col passo più svelto del mio, mi raggiunse e mi salutò come si usa quando ci si incontra nelle strade solitarie. Percorremmo insieme il resto della strada e l’uomo mi rivolse più volte la parola: mi chiese da dove venissi, dove andassi e cosa facessi in Germania ed io gli risposi dicendo le mie ragioni e dell’interesse che provavo per il paese e per la gente. L’atmosfera si fece cordiale e tra una frase e l’altra finimmo col percorrere insieme tutta la strada di campagna. La donna mi disse di avere fatto anche lei, durante la giovinezza, dei viaggi estivi a piedi ed in bicicletta per le regioni della Germania. Passo dopo passo arrivammo finalmente in paese e la coppia mi accompagnò ancora per le vie affollate fino a raggiungere il centro del paese. A quel punto li ringraziai e salutai perchè avevo visto il tram che mi avrebbe portato nella direzione voluta. L’uomo si staccò da sua mo-glie e mi rincorse; esitò un momento e poi estrasse il suo borsellino per darmi qualcosa. Io, nell’impeto del rifiuto, spinsi la sua mano con forza e tutte le sue monete schizzarono fuori dal borsellino rotolando per terra. Cercai di raccoglier le una per una mortificato di essere stato così brusco verso un gesto benevolo ma deciso a non accettare un pfennig. Quando credetti di aver raccolto tutte le monete lo salutai di nuovo, scusai del gesto e corsi verso il mio tram lasciandolo tra la folla del paese che s’era incuriosita. Mentre ero a Colonia presi la decisione di visitare Berlino, una città oltre cortina, una città simbolo, così raggiunsi Hannover e ad un modico prezzo presi l’aereo per Berlino. Era la prima volta che volavo ma non ebbi alcuna reazione o emozione. A Berlino trovai una prima sistemazione in uno degli Alberghi della Gioventù e poi mi misi in giro per visitare la parte occidentale della città. Gli autobus a due piani come a Londra erano dipinti di giallo e andavano lentamente per le strade larghe e affollate. Ai lati spesso non c’erano fabbricati ma cumuli di mattoni, arbusti oppure tutto era ben spianato come nella Martin Luter Strasse. Andai a cercare Hans ed Herbert che avevo conosciuto durante un loro viaggio a Palermo. Hans era un giovane enorme, alto e grosso, con una faccia rubiconda e allegra. Hans mi trattenne a casa sua dove viveva con sua madre e mi ospitò per il resto dei giorni che rimasi a Berlino. Hans lavorava ai Grandi Magazzini e la mattina, durante la sua assenza, andavo in giro con la sua bicicletta, lucida, col manubrio strano, e guardavo gli altri ciclisti come ci camminavano sicuri. Sull’Havel le calme acque invitavano al bagno, ma erano fredde; non c’era sole ed io non mi tuffavo. Era molto bello tornare dolcemente da Grunewald fino alla Kurfursterdamm piena di vita. Lungo la Strasse dem 17 Juni, battezzata così di recente, sorgeva un monumento ai sovietici caduti per la liberazione.
Il viaggio
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