Mestieri
marinaioLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1930Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
tempo liberoTemi
tempo liberoGiuseppe De Gregori è un uomo di mare, e come tale racconta aneddoti riconducibili a ogni scalo effettuato nel corso dell’addestramento militare a bordo delle navi istruzione della Marina.
Le crociere dai bellissimi itinerari ci facevano dimenticare le fatiche quotidiane, si toccavano i porti di queste belle città: Tripoli, Algeri, Barcellona, Malaga, Maiorca, Tangeri, Lisbona, ecc. A la Spalmas, nelle Canarie, quasi tutto l’equipaggio acquistò i suoi canarini, qualche pappagallo e anche qualche scimietta e quando queste scappavano Dio sa cosa ci voleva per prenderle. Per gli uccelli fu una delusione generale, fu un’acquazzone a scoprire che erano stati quasi tutti dipinti di giallo. A Barcellona ci capitò una cosa incredibile, eravamo scesi a terra per una franchigia, i soliti quattro o cinque amici, riunite le nostre misere risorse, furono affidate a me che in qualità di cassiere le cambiai in pesetas al primo cambia valute. Approdammo ad una pasticceria, ordinammo, anzi indicammo delle paste ma quando le mettemmo sotto i denti mi accorsi di aver sentito bene la signorina dire: “pescao”, infatti erano ripiene di pesce alla salsa di pomodoro, pagammo senza consumarle. Dopo aver girovagato finimmo in una specie di trattoria, l’appetito ci costrinse a ordinare una cenetta, senonché due di noi furono attirati da due compiacenti signorine, per quei due ci fu il dilemma, o la cena o le signorine, questo lo esigeva il nostro fondo cassa e il padrone dell’osteria. Eravamo finiti in una zona malfamata dove le signorine, quelle che noi tutti amiamo e loro non amano nessuno, rubavano il berretto perchè tu le corressi dietro, ma andò ancora peggio. Era venuta l’ora di rientrare a bordo e si stava passando per una viuzza semibuia e deserta, quando appare un giovanetto apparentemente spaventato dicendo: “polizia, polizia”, posò per terra, davanti a noi, l’involucro che aveva sulle braccia e poi fuggì via. C’era dentro, avvolto in uno scialle, un neonato di pochi giorni, non sarebbe stato umano abbandonarlo lì per terra ove il ragazzo lo aveva messo, davanti ai miei piedi. Lo raccolsi à decidemmo di bussare ad una di quelle porte a pianterreno per consegnarlo. Giunti ad una porta, guardai dalla serratura e vidi un’intera famiglia, seduta intorno ad un tavolo che stava mangiando; avendo io le mani occupate dissi a un mio amico di bussare, ma questo incosciente dette un solenne calcio alla porta che si spalancò facendo scattare in piedi l’intera famiglia. Fu un fuggi fuggi, misi il bambino o bambina che era lì per terra e me la diedi a gambe anch’io. Arrivai a bordo prima di tutti, quando fummo riuniti il commento fu: se lo avessimo portato a bordo lo avremmo chiamato Colombino e Colombina e avrebbe avuto quattrocento padri adottivi.
Il viaggio
Mestieri
marinaioLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1930Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Giuseppe De Gregori
Navi sulla sabbia
Dopo qualche mese, appena ebbi sistemato tutto, mi recai a Genova, deciso ad accettare qualsiasi imbarco,...
Operazione Moschettiere
Si fece alcuni viaggi per Mestre e durante uno di questi, mentre erava mo tutti a...