Mestieri
marinaioLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
LibiaData di partenza
1930Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Nel secondo dopoguerra De Gregori è costretto ad abbandonare la pesca nello specchio d’acqua che conosce e predilige, quello toscano dell’Argentario. Ci sono ancora troppe mine in acqua in quei luoghi. Così Giuseppe si trasferisce a Savona dove riprende a navigare a bordo di un rimorchiatore d'alto mare e fare nuove esperienze di vita in Paesi lontani.
Questo stato di cose contribuì a farmi prendere una saggia decisione, ma per stare lontano dalle mine dovevo anche stare lontano dal mio paese, comunque a malincuore decisi di abbandonarlo e mi recai a Savona con tutta la famiglia e qui presi fissa dimora. L’adattamento, con tutti i sacrifici che comporta, fu superato in breve tempo con esito positivo, la visione delle macerie le case dirroccate furono dimenticate, le bambine frequentavano: una l’istituto magistrale e l’altra l’asilo, tutti eravamo soddisfatti per quello che offriva la città. Io spesso ero lontano da casa, per motivi di lavoro, ero imbarcato come motorista su di un rimorchiatore d’alto mare di nome “Santa Lucia”, si andava a fare dei rimorchi molto lontano, per lo più si trattava di piroscafi per la demolizione. Il primo viaggio, primo anche per il rimorchiatore, perchè era appena stato varato, fu di portare, a rimorchio, una draga ad Alessandria d’Egitto. Era la prima volta che prendevo contatto con il mondo arabo e quindi non conoscevo i loro usi e costumi, vi giungemmo quando era il periodo del Ramadan, al nostro arrivo si affiancò una motobarca con alcuni militari a bordo, i quali erano intenti a preparare il cibo per mangiare, ma quando fu pronto nessuno mangiò, guardavano attentamente il sole infocato che stava scomparendo nel deserto e quando tramontò fu come se qualcuno avesse sparato un colpo per la partenza di una gara gastronomica, in quanto tutti quei soldati si misero a mangiare con avidità. Chiesi il perchè del loro comportamento e mi risposero che durante i quaranta giorni del Ramadan, secondo la loro religione mussulmana, non era ammesso mangiare o bere qualsiasi cosa durante il giorno, ad eccezione delle donne in attesa e di chi pagava una certa tassa, tutti gli altri potevano banchettare, facendo anche baldoria, soltanto durante la notte. Da Alessandria andammo a Tobruk, ancora sotto l’occupazione inglese, qui prendemmo a rimorchio un piroscafo carico di residuati bellici da portare a Savona per il cantiere di demolizione di Vado.
Durante il viaggio le due persone che erano sul piroscafo ci fecero sa pere di non essere più in due ma in quattro, in quanto fra i residuati bellici vi erano anche due clandestini arabi malconci per le ferite che si erano fatti nell’uscire dai loro nascondigli fra rottami di cannoni e carriarmati. Giunti a Savona furono consegnati alle autorità e poi ricoverati in ospedale dove dichiararono di non essere arabi ma italiani al cento per cento e quindi volevano rimanere in Italia.
Il viaggio
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