In affari

Nei primi giorni di luglio, col mio autista, ridiscendemmo a Massaua per la ripresa in consegna dell’automezzo dal parco doganale. La rappresentanza locale della Galletti ci assegnò subito un carico di tavole di abete da trasportare ad Addis Abeba. Completato il carico e tutte le operazioni richieste per affrontare un viaggio di milleduecento chilometri attraverso una lunga serie di catene montuose, di fiumi e torrenti da attraversare a guado sui loro fondali appena rassodati con pietre, partimmo per Asmara, quale prima tappa dove giungemmo all’imbrunire.

Eseguite le ultime faccenduole complementari per il proseguimento del viaggio e spinti dal desiderio di svolgere la più intensa attività possibile, decidemmo di riprendere subito il cammino per mantenerlo fin verso la mezzanotte. L’autista mi assecondava pienamente confermandomi le buone referenze avute a Perugia al momento della sua assunzione, avvenuta un mese prima della nostra partenza per l’Africa. Tutto filò liscio per i primi cento chilometri sul suolo eritreo, perché qui le strade erano già ben sistemate. Successivamente entrammo sulla pista, cioè su strada tracciata in terra battuta, lungo la sua più naturale configurazione, quindi priva di argini, cunette e ponti di alcun genere, per ciò la velocità si dovette ridurre notevolmente. Dopo un pò di questo scabroso percorso ci trovammo sul largo alveo di un fiume asciutto dove decidemmo di pernottare.