Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
EritreaData di partenza
1937Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Ritrovata la stabilità lavorativa con un lavoro da impiegato all’Agip, Publio riesce addirittura a recuperare il proprio camion disperso nella foresta, ad aggiustarlo e ad affidarlo a un bravo autista che in poco tempo gli permette di rientrare dell’investimento fatto e appianare i suoi debiti. La vita prende il verso migliore, anche perché finalmente nel ’38 la moglie e la figlia lo raggiungono in Africa.
Nelle sue buone mani la macchina fece miracoli: in un anno saldai tutto il debito contratto a Perugia e recuperai interamente anche il mio personale investi mento. Proprio nei primi giorni di quello stesso mese di agosto trentotto, anche le mie due più care creature al mondo si apprestavano a raggiungermi. L’Agip mi diede tutto l’appoggio morale e l’aiuto finanziario affinché io fossi potuto andare ad incontrarle al loro arrivo a Massaua. Il nostro incontro allo sbarco fu per me molto commovente.. Mia moglie, lì per lì, voleva darmi a vedere di non avere ancora del tutto smaltito il risentimento al mio torto di averla lasciata a Perugia. Marisa era cresciutella e tanto carina, ma scontrosa. Al mio tentativo di abbracciarla si tirò indietro e si mise a piangere: non mi riconosceva, non le piacevo.
Partimmo subito con una macchina alla volta di Asmara. Qui alloggiammo all’albergo migliore e la mattina successiva, in pulman, partimmo per Addis Abeba dove giungemmo dopo tre giorni. Per i primi sette/otto mesi abitammo in una casetta bassa, semplice e modesta, al piano terra e vi trascorremmo quattro mesi soli soli, noi tre, in serena tranquillità. Lina e Marisa pensavano alla casa ed io andavo in ufficio. La sera, alla luce del lume a petrolio, trascorrevamo qualche ora incartando caramelle, tanto per aiutare la barca ad uscire dallo stagno. Verso Natale, poi, ci raggiunse, con la più grande gioia di tutti noi, mio fratello Pirro, trasferito ad Addis Abeba da Mogadiscio, dove si trovava dal trentatré. L’Agip anche in questo caso fu molto generosa nel farci ingrandire la casetta, di una stanza, per poterlo ospitare. La sua presenza ci fu tanto cara per l’ottimo affidamento di buona compagnia e per il suo prezioso apporto di aiuto e di maggior sicurezza. Ai primi di giugno del trentanove, poi, sempre per spontanea magnanimità della mia azienda, ci venne concesso un bell’appartamento, spazioso, confortevole e bene arredato, a piano rialzato di oltre un metro da terra, tra il verde, quasi al centro della città. Qui nacque Alfonso, il due settembre del trentanove e vi trascorremmo la nostra vita africana in serena operosità fino ai primi mesi del quarantuno.
Il viaggio
Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
EritreaData di partenza
1937Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Publio Corbacelli
La bianca Massaua
Dovevo assolutamente far parte della valanga italiana da tempo attesa laggiù, quale apportatrice di progresso e...
L’uomo del deposito
Mi alzai di scatto da quella sedia, come sospinto da una molla e mi diressi verso...