Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Bigiarini introduce la drammatica sequenza di lettere, inviategli dalla moglie, con le quali apprende della morte della figlia minore, la piccola “Titti”, sopraffatta dalle condizioni di vita disumane imposte ai prigionieri italiani dalla Seconda guerra mondiale in Africa.
Questa è la storia triste di un uomo che si era formato una famiglia dopo tanti travagli e che in essa profondeva il meglio di se stesso; di una sposa, rimasta sola con due creaturine, sbattuta da un campo all’altro e che, quando intravede la fine di gran parte delle sue sofferenze, quando ha già in cuore la certezza di rivedere la sua patria, sente scatenarsi improvviso il temporale, vede balenare il fulmine e si trova nel buio, impotente a dominare gli eventi. Ma non è sola, perchè una grande forza la sorregge, l’aiuta: la fede, la rassegnazione in Dio. (quanto sono eroiche queste mamme, queste spose che nel turbinio degli eventi bellici, colpite nel più sacro degli affetti, trovano in se stesse e nella fede che le sorregge l’energia per essere grandi nella loro modestia, insuperabili nel loro dolore. E’ la storia non di una madre, di tante madri, di tante giovani spose, troppo spesso dimenticate. Ebbene, nel dolore, nella sofferenza di questa madre delle mie creature, ho, come dire, ritrovato me stesso, ho ritrovato la mia anima. Ecco, rileggo le sue lettere, conservate come un tesoro, e ripercorro le tappe di questa odissea.
AMARESA – 28.4.1942
Alla vigilia di partire ti invio due righe. Oggi per me è stata una giornata di lavoro forte e ora che sto per andare a letto il mio pensiero è per te. Parto con la speranza di vederti a Berbera, dove andremo per imbarcarci per l’Italia. Via è vero? nelle tue vuoi che ti parli sempre di Silvana, ma mi sembra che te ne parli sempre, perchè so che ti fa piacere. Domani, poverina, deve cominciare il viaggio in camionetta. avevano detto che sarei andata in autobus e invece no, pazienza…. Titti ora è guarita completamente dallo sfogo e, come ti ho detto, le ho dato il mio sangue per farla guarire e ora sta bene.
Le ultime tue mi hanno addolorato nel sentire…. che poi sei dovuto partire anche tu. Ora quando potrò avere ancora tue notizie? Quanto dovrò stare senza? Silvana sempre ti ricorda e prega Gesù che ti faccia ritornare presto. Poverina, chissà quanto dovrà stare senza vederti. Una cosa sola c’è che dobbiamo pregare Dio che finisca presto la guerra e ci possa riunire per sempre per non dividerci più.
— MANDERA — 6.5.1942
Sono già cinque giorni che siamo qui a Mandera dopo un viaggio disastroso e domani partiamo per Berbera dove ci imbarcano subito e ci assicurano per l’Italia. io sono contenta per le bambine perchè sapessi te come sono stanca di questa vita. Pensa che dopo questo viaggio da Amaresa a qui ìn camionetta l’ho risentito l’altra mattina che mi ha preso uno svenimento che è dovuto venire il medico a farmi una iniezione. Pensa te come sono ridotta, così spero andando in Italia di rimettermi in salute, ma non potrò mai essere tranquilla perchè tu sei lontano…. Titti si è rimessa ma ancora non va sola e tu pensa doverla sempre portare in braccio. Chissà quanto tempo passerà prima di avere tue notizie.
– Vulcania – 7.5.1942
siamo imbarcati per andare in Italia. Stiamo bene, così spero di te. Preghiamo Iddio che presto ci riunisca. Tanti baci dalle bambine, da me.
Vulcania, 15 Maggio 1942
due righe sole ti mando perchè di più non si può. Due righe terribili perchè ho da darti una notizia che non vorresti avere. Non abbiamo più che Silvana. Titti è in Paradiso che pregherà per noi. Baci da Silvana che sta bene.
(cinque righe lapidarie)
(dopo 41 giorni di navigazione)
non puoi immaginare che peso ho nel cuore, stare così senza tue notizie, sono passati circa tre mesi da quando ebbi la tua ultima Ti scrissi sul piroscafo e ti diedi quella terribile notizia, la perdita della cara Titti con tutti questi sbalzi di temperatura, 46 giornì di mare, tutto il viag-gio fino a imbarcarci, l’hanno strapazzata molto (la bambina). Ti puoi immaginare quanto ho sofferto per la perdita di Titti.
Dopo avere tanto patito e faticato nei campi di concentramento, all’imbarco credevo che tutto fosse finito, ma si è ammalata con intercolite tossica e in quattro giorni è morta. Credimi ancora non posso rassegnarmi e scrivere queste cose è doloroso. Tu hai il diritto di sapere. Non credo che tu pensi che questo sia avvenuto per causa mia, ho avuto sempre la massima cura, ma il caldo di Berbera è stato micidiale. Vuol dire che in Paradiso c’è un angioletto che pregherà per noi e per la nostra pace, così tu potrai ritornare con noi a togliere tutti i pensieri e le preoccupazioni.
Il viaggio
Mestieri
militareLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
EtiopiaData di partenza
1935Periodo storico
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