Dipingere una geisha

11 ottobre, Yokohama

Oggi ho avuto il modello più caro di vita mia: una piccola geisha che era qui dalle 10 alle 12 ha bevuto il the, fatto una “passeggiata” fuori, mangiato innumerevoli biscottini, fatto una piccola scena di svenimento perchè non poteva star in piedi, s’è mossa continuamente, guardato e toccato ogni oggetto nella mia caravaelzata, seduta alla giapponese, venuta 3 o 4 volte nel guardare il mio lavoro e per questa “seduta” ha preso 10 yen, vuol dire 27 lire. Non male! E’ vero che era una vera geisha educata per cantare e ballare ai pranzi, accompagnata da un’altra ragazza e da un interprete, un fotografo, antipaticissimo. Ho cercato di fare una figurina intera su tela in olio, ma è riuscita ben male. Credo che non dipingerò altre Geishe! Era una ragazzina piccola, con mani da bèbè, carina, ben pettinata ma con un brutto kimono a righe invece di un bello a fiori come le portano le geishe e come l’avrei voluto. Dopo, tutte due si sono sedute sulla pelle d’orso di maniera loro e già prima avevano cercato di tirar su i piedi sulle sedie, perchè non si riposano seduti come il resto del mondo. La generazione che viene, sarà diversa, perchè nelle scuole devono sedersi sulle sedie. Prima di partire, altro the e biscottini in quadrato dagli ufficiali. Piove, fa freddo e c’è vento. Spero che sarà meglio per la nostra partenza dopodomani.

13 ottobre, Yokohama  Sono già alzate le ancore e stiamo per partire, fa un tempo bellissimo e si vede il Fuji che è un piacere. E’ venuto il ministro, a salutarci, siamo stati insieme sulla plancia a vedere partire il “Prinz Ludving” del Lloyd germanico ed il “Marco Polo” ha salutato con tre colpi l’ambasciatore d’Inghilterra, che era a bordo.