Mestieri
tornitoreLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
SvizzeraData di partenza
1956Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Temi
Beniamino Cappai nasce a Iglesias nel 1930. È un’infanzia povera, la sua, archiviata in fretta nelle miniere di carbone, dove va a lavorare ancora ragazzino. Dopo il servizio di leva rimane per qualche tempo nell’esercito sperando di trovar lì il suo riscatto; nel frattempo conosce una ragazza friulana, la sposa e si stabilisce a Cividale.
Nel suo destino non c’è la carriera militare bensì l’emigrazione all’estero. Consigliati dal parroco, i coniugi Cappai decidono, nel 1956, di cercare una vita migliore in Svizzera, dove alcune fabbriche del settore tessile assumono manodopera femminile. Per tale ragione, la prima a partire è la moglie di Beniamino: lui resterà a Cividale, a curare la loro bimba di un anno appena, e intanto cercherà di capire il modo migliore di raggiungerla. In poco più di due settimane ci riesce, ma deve lasciare la piccola alle cure della suocera.
I Cappai si ricongiungono a Wald, nel Canton Zurigo. Nel giro di pochi giorni Beniamino trova lavoro come tornitore in una piccola fabbrica, e nel giro di qualche mese la coppia è in grado di affittare una piccola casa indipendente, non condivisa con altri emigrati. La loro idea è quella di portare in Svizzera la figlioletta durante le vacanze estive, anche se, trascorsi i canonici tre mesi del permesso turistico, questa dovrebbe essere riaccompagnata dalla nonna, in Italia.
Con un po’ di fortuna, e incontrando la comprensione degli svizzeri che, contrariamente al pregiudizio italiano, con i Cappai sono tutt’altro che algidi e distaccati, Beniamino e la moglie riescono a trattenere la bambina con loro; nel giro di qualche anno le daranno una sorellina, e continueranno a migliorare la condizione economica della famiglia.
Nel redigere le sue memorie all’inizio degli anni Duemila, Beniamino Cappai riflette sul bisogno che l’ha condotto fuori dal suo Paese, confronta la Svizzera degli anni Cinquanta e quella del Duemila, e ragiona sulla possibilità di rimpatriare da pensionato, ormai più che benestante.
La nostalgia della Sardegna e del Friuli c’è, ma l’Italia è una vita a cui si è disabituato, è un “memento” di tanti fallimenti. Non vi tornerà più.
Il viaggio
I racconti
Un’idea dal parroco
Io tirai avanti un paio di mesi, così come prima cercando quà, e là, poi andando...
La valigia di cartone
[…] mi à mandato da una persona che faceva dei prestiti, è senza tanto pensarci su,...
Un lavoro in quattro giorni
[…] il padrone mentre noi parlavamo si era messo a guardare dei pezzi che venivano giù...
Una casa tutta loro
E così si passavano le serate di domenica, qualche volta si andava a vedere qualche film...
La bugia a fin di bene
[…] quando andamo in ferie nel mese di luglio, e portamo la piccola in Svizzera, noi...
Guadagnarsi la fiducia
[…] ora si trattava di cercare di guadagnarci tutta la simpatia possibile da questo popolo che...
Il salto in avanti
[…] alora discutendo con mia moglie è pensando anche per la nostra figlia che ormai aveva...
Svizzera di oggi e di ieri
Io che sono sempre stato uno che mi è sempre piaciuto scrivere anche se di scuole...