A 14 anni in miniera

Mio padre iniziò a lavorare con la forestale anche se di lavoro faceva il minatore ed era molto esperto. Un giorno gli arrivò una lettera da un amico che lo invitò a lavorare ad Istria Pola nelle miniere di carbone. Così decise di partire e dopo un anno venne a prendere pure noi; la ditta per cui lavorava gli aveva dato una bella casa. Io in quel periodo ero grandicello, avevo la bella età di quattordici anni per cui mio padre mi propose di andare a lavorare in officina. In realtà non era un lavoro che mi piacesse tanto, si lavorava sempre con le mani piene di grasso nero che utilizzavamo per pulire i macchinari che in seguito venivano portati in miniera con lo scopo di tagliare il carbon fossile che era alto venti metri. Io ero lo ” schiavo” del capo officina, infatti tutti i giorni facevo la spola per andare a casa sua a prendergli da mangiare percorrendo sette km all’andata e sette km al ritorno; quando lo dissi a mio padre mi rispose che ci rimettevo solo di scarpe. Ma le cose cambiarono quando iniziai a lavorare in miniera pochi mesi dopo. Facevo il ragazzo interno, la prima volta che salii nella gabbia a tre piani (così veniva chiamato l’ascensore) mi resi conto che non arrivavamo mai a toccare il fondo. Quando mi ritrovai a 1500 metri sotto terra iniziò a venirmi l’ansia tanto che mi prese una crisi di pianto, pensavo solo alla mia mamma e a cosa avessi fatto per meritarmi una punizione così grande. Dovevo occuparmi anche della manutenzione delle pompe elettriche per il pompaggio delle acque di scolo della miniera.