Mestieri
minatoreLivello di scolarizzazione
Paesi di emigrazione
FranciaData di partenza
1937Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Il trasferimento in Francia, in una zona di montagna, giova alle condizioni di salute di Aurelio Guccini. Nonostante prosegua a lavorare in miniera, la giovinezza che sboccia gli consente di vivere anni di intensi divertimenti e di esperienze positive.
Trascorsi ancora molto tempo all’ospedale e feci amicizia con delle sorelle che avevano preso a volermi bene e a riservarmi i migliori piatti da mangiare. Quando mi ripresi perfettamente tornai a casa, a Porretta Terme, dalle mie sorelle Carmen e Giusy e dalla mia mamma che mi tenne forte abbracciato per mezz’ora; si piangeva tutti come ragazzini. Il tempo passava e tornò anche mio padre per un periodo di riposo. A 18 anni ricominciai anch’io a lavorare insieme a mio padre, questa volta alla ferrovia di Pistoia Porretta, che nel periodo della guerra era stata fatta saltare con le cariche esplosive dai Tedeschi durante la loro ritirata, insieme a gallerie e ponti. Noi eravamo a Pitechio cioè nelle gallerie della Cugna e lì abbiamo lavorato diverso tempo. Finito questo lavoro io andai a Bologna e feci il passaporto perché dopo qualche giorno partii per la Francia dove avevo degli zii paterni che mi accolsero come un figlio. Dopo 15 giorni di permanenza cominciai a lavorare in una miniera di ferro poco distante da casa. Mi trovavo nella Francia del Nord nella zone di Nancy vicino a Belgio e Lussemburgo. Il Paese dove abitavo si chiamava Lounguy Haut. Cominciavo a stare bene perché guadagnavo molti soldi e li spedivo a casa. Infatti mio padre era diventato vecchio e purtroppo soffriva di una malattia detta silicosi, la classica malattia dei minatori, che ti chiude i polmoni e ti fa respirare con difficoltà. Ma lui un vantaggio ce l’aveva: essendo in montagna respirava aria molto ossigenata. Questo era positivo per la sua salute. Io continuavo a fare la vita di sempre, ma molto meglio di prima, con i nuovi soldi guadagnati compravo vestiti su misura ed ero molto elegante. Ero bello e avevo molte ragazze. In quel periodo in Francia era come ora in Italia: erano le ragazze che ti facevano la corte! Io ne avevo tre, a volte non sapevo con chi uscire. Allora quando passavano davanti a casa io dicevo a mia zia: “Guarda chi è, se è Giselle dille che sono uscito”. La sera ci ritrovavamo tutti a ballare al Gamen de Paris, così si chiamava il locale. Io avevo imparato bene la lingua francese, anche perché in casa lo parlavamo sempre e io ne ero contento. Dopo due anni di girovagare a destra e a sinistra mi ero fatto molti amici italiani, loro erano nati lì, allora nei momenti di noia, specialmente il sabato sera, ci incontravamo a casa di chi organizzava tutto e decidevamo dove andare…in Belgio, in Lussemburgo. Uno dei miei amici stava davanti a casa mia, gli dicevo: “Pierrò dove si và a ballare questa sera?” e lui mi rispondeva: “In Belgio”, infatti era distante solo 10 Km e quindi andavamo e ballavamo fino alla mattina.
Il viaggio
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1937Periodo storico
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