Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
CongoData di partenza
1959Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Il racconto della partenza per mare di Massimo Zubboli da Genova nel 1959, dopo aver assistito per la prima volta a una partita di calcio di grande prestigio, il derby tra Sampdoria e Genoa.
Fummo sottoposti ad accurate visite mediche e prima della partenza che avvenne il 6 aprile 1959 alle ore 06,00 avemmo il tempo di visitare la città della Lanterna. Molti, tra cui anch’io, andarono allo stadio ad assistere all’incontro di calcio fra il Genoa e la Sampdoria. Fu un’esperienza nuova ed interessante assistere a quella avvincente sfida fra due colossi della “Serie A”. Io non avevo mai visto un grande campo di football e fui colpito dalla sua ampiezza e dal tifo degli spettatori. Non osai parteggiare né per l’uno né per l’altro dei contendenti poiché non era proprio il caso. Il giorno dopo la nave ci portò a Livorno, primo scalo della lunga crociera d’istruzione. Dopo aver superato la diga foranea il nostromo ci ordinò di fare un’accurata pulizia dei locali ai quali eravamo destinati. Con i “buglioli” incominciammo a salire dalla “pancia” della nave fino sul ponte principale da dove scaricavamo fuori bordo il contenuto per poi tornare “sotto coperta”, in fila indiana come tante formiche operaie. L’impegno non durò a lungo poiché gli odori interni in particolare quelli della pittura fresca e della sala motori, scombussolarono il nostro stomaco, non abituato a quei trattamenti.
E quando la “Giorgio Cini” incominciò a “sentire il mare” ci ritrovammo quasi tutti in uno spazio riparato a poppa, ridotti come “stracci”, sdraiati l’uno accanto all’altro per cercare di combattere – senza molto onore – il temuto e fastidioso “mal di mare”. Più o meno, quasi senza mangiare, sebbene il medico di bordo cercasse in tutti i modi di convincerci a mettere sotto i denti almeno un pezzo di “brenosa” ed a lasciare quel posto, rimanemmo vicini al fumaiolo due o tre giorni quasi ininterrottamente. Poi il Comandante, preoccupato per la nostra salute – stavamo infatti troppe ore allo scoperto – ci ordinò di “buttarci in cuccetta”. Ci sdraiammo vestiti dove capitò, senza rispettare i posti assegnatici all’atto dell’imbarco ed il “coma” durò per altre quarantotto ore. Poi i più incominciarono ad acquisire il “piede marino” e la vita di bordo divenne accettabile.
Il viaggio
Mestieri
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1959Periodo storico
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