Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
GreciaData di partenza
1943Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Il racconto dell’immediato dopo 8 settembre nell’isola di Rodi, descritto da un soldato italiano che non accetta di collaborare con i tedeschi.
Prigioniero dei Tedeschi, ma che più mi assillava erano i continui pensieri che il mio indaffarato cervello elaborava con una fantasia inesauribile alla ricerca di un sistema di fuga. Prigioniero di me stesso, prigioniero di questo mio giovane cuore che non voleva ammettere di aver già dato abbastanza, di questa fresca carne che non rigenerava negli anni in cui più ne sentiva la necessità, di questa aperta mente che non ammetteva il vilipendio della sconfitta. Mi sentivo più solo che mai ed il sorriso era per me un senso dimenticato. Quando ridevo il mondo intiero rideva con me, ora che internamente piangevo ero rimasto solo a piangere. Mi sentivo solo e lasciato alla mia sofferenza. Il mio carattere mi portava ad andare alla mia solitudine, a venire dalla mia solitudine perché a me bastavano i miei pensieri. Rodi lentamente tornava alla normale vita ed io quale dattilografo al Tribunale Militare non mi trovavo poi tanto male. Durante il giorno battevo memoriali d’accusa o sentenze e nei momenti liberi mi recavo in aula ad ascoltare processi. Il Comando Tedesco infatti aveva sciolto ogni Ufficio militare Italiano imponendo invero — ed ecco la fermezza teutonica — che continuasse a funzionare il Tribunale per quelle istruttorie in corso verso nostri soldati che, mesi e mesi prima, avevano commesso qualche reato. E quasi mi divertivo ad assistere a quei feroci battibecchi procedurali tra Pubblico Ministero e Difesa; ufficiali che poi si davamno gran pacche sulle spalle, mangiavano o si motteggiavano ma dopo essersi scannati a parole in aula. Dormivo in uno stanzone dell’edificio unitamente ad altri 6 compagni ed il rancio ci perveniva ancora dall’ex Quartiere Generale. Solo che di settimana in settimana andava vieppiù diminuendo. Ogni mattino si sentiva un poco il morso della fame, eppure si doveva giungere a mezzogiorno per assaporare il profumo del pane una sola pagnotta quasi nera che veniva divorata in pochi minuti. Poi la lunga attesa di altre 24 ore. Il rancio invece, che ci giungeva un’oretta dopo, era composto da quattro maccheroni galleggianti nel brodo e da un pezzetto di carne. Erano finiti i tempi delle due pagnotte e dei due ranci. Di tanto in tanto oi giungevano le più disparate notizie sussurra te da questo o da quello, ma alle quali ormai, dopo tanti giorni di speranze e di susseguenti abbattimenti, non davamo eccessivo peso. Si diceva che a Càlino un tentativo di sbarco Tedesco era stato respinto, si sussurrava che Sàmos era caduta, si bisbigliava che a Cefalonia tutti i prigionieri erano stati fucilati. Cercavamo inutilmente di attaccarci ad ogni notizia come un naufrago disperatamente ei attacca ad un relitto.
Il viaggio
Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
GreciaData di partenza
1943Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Alfredo Masanzanica
Nessuno si mosse
Un giorno, verso la metà di Dicembre, fummo dal Generale che presiedeva i processi, avvertiti che...