Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
GreciaData di partenza
1943Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)La resistenza di Manzanica e dei suoi commilitoni ai tentativi di convincerli a collaborare con i tedeschi e con i fascisti loro alleati.
Un giorno, verso la metà di Dicembre, fummo dal Generale che presiedeva i processi, avvertiti che l’indomani seremmmo stati convocati dal Maggiore Migliavacoa comandante la Legione Camicie Nere che si era alleato ai Tedeschi. Infatti il mattino dopo noi 7 militari del Tribunale, scortati da 3 Camicie Nere, fummo accompagnati appena fuori le mura antiche, in un grande spiazzo, ove notammo, già in riga, una cinquantina di altri soldati. Al centro vi era una grossa costruzione in legno. Forse la sede attuale delle CC.NN. Venimmo uniti agli altri ed attendemmo. Nel frattempo notavamo un andarivieni di Legionari a piedi o con mezzi diversi. Vi era anche qualche ufficiale ed alcuni militari Tedeschi. Finalmente ci venne dato l’attenti. Dalla costruzione usci questo Maggiore con un paio di ufficia li subalterni e 2 ufficiali Tedeschi. Ci fece un roboante discorse il cui succo si poteva cosi concentrare: ” O vi arruolate, come abbiamo fatto noi, all’Esercito Tedesco ed allora avrete lo stesso vitto, la stessa paga, lo stesso trattamento e noi vi porteremo in Italia in licenza per poi riprendere la lotta contro il comune nemico, oppure finirete col marcire nei campi di prigionia. Logicamente dovrete portare al braccio una fascia con la scritta Deutsche Wermacht e togliere le stellette dal bavero della giubba sostituendole con i fasci “. Il discorso suadente, invitante ed allattante terminava con la frase: ” Chi accetta faccia un passo avanti ” .
Nessuno di noi si mosse.
Vidi il viso dell’uomo prima arrossire poi sbiancare mentre impavidi ed imperscrutabili rimanevano gli ufficiali Tedeschi. Più che gridare tuonò allora l’invito per la seconda volta minacciandoci di fucilazione. Tutti fermi.
Dopo qualche secondo di silente attesa lo vidi girarsi di scatto e, seguito dalla sua corte, rientrare in quella specie di enorme baracca.
Poco dopo il primo della nostra fila fu preso per il braccio da 2 militi e portato dentro. Non lo vedemmo uscire. Seguì il secondo, il terzo e così via. Nessuno però usciva mai e tra un uomo e l’altro trascorrevano circa 4-5 minuti. Dono una quindicina di uomini venne il mio turno.
Il locale era assai ampio. II Maggiore se ne stava seduto alla scrivania ed accanto a lui, in piedi, vi era un ufficiale subalterno ed i due ufficiai Tedeschi. Trascinato avanti a lui, mi sentii chiedere se, per l’ultimi ma volta, decidevo di firmare per l’Esercito Tedesco. Alla mia risposta negativa seguì da parte di uno dei militi che mi attorniavano una sberla in pieno viso che mi fece rintronare tutta la testa oltre che per la violenza anche ed in quanto inaspettata. Mi radrizzai annaspando un poco con le braccia mentre in bocca sentivo il caratteristico sapore del sangue e qualcosa di caldo scendermi dalla parte destra del labbro. Per istinto misi il dorso della mano sulla bocca e lo ritrassi colorato di rosso. Nel contempo il Maggiore mi ripeteva la domanda. Nello spazio di un battito di ciglio pensai che era giunta la fine. Ecco perchè nessuno usciva tra quelli entrati prima di me. Più che vedere direi che intravidi il gesto disgustato del Maggiore e poi mi sentii spintonato verso un’uscio accompagnato da parole tipo “carogna” e “traditore”. Fui letteralmente gettato in un altra stanza ove già si trovavano una diecina di compagni più o meno con una guancia gonfia od un fazzoletto in mano intriso di sangue. Altri ne sopraggiunsero in seguito.
Il viaggio
Mestieri
impiegatoLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
GreciaData di partenza
1943Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Alfredo Masanzanica
Normalità apparente
Prigioniero dei Tedeschi, ma che più mi assillava erano i continui pensieri che il mio indaffarato...