Mestieri
marinaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
EgittoData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Le emozioni e i racconti di un giovane pescatore che a 15 anni si imbarca da Torre del Greco e naviga nel Mediterraneo fino a raggiungere Suez.
All’alba del terzo giorno eravamo in vista dell’isola di Creta ad una quindicina di miglia a sud ovest, sud di Capo Krios e in lontananza, sullo sfondo di un orizzonte dorato, infuse nella tersa aura di azzurro argentina, si profilavano basse sul mare, azzurrine, le montagne dell’isola che ininterrottamente proseguivano nella direzione da ovest, nord ovest, verso est, sud est a svanire nella luminosità, fin dove l’acuta vista poteva inoltrare in quella magica aurora sorgente dal mare, nelle calme serene e d’incanto più assolute ed in panna come queste dell’azzurra distesa che sovrastava sulle lunge o brevi sue vie nei tre fondamentali ma mutevoli colori del mare calmo e sereno come l’azzurro e blu, il turchino e il viola, il ceruleo del cielo che vi si riflette e del bianco o il biancore di luce schiumeggiante che nelle somme dei sentimenti e dei ricordi affiorano confusi con i cieli turbolenti ed i marosi frangenti che scardinando le rocce e sommovendo i fondali, i venti e le piogge, solcandole da monte vi si incuneano dando luogo alle caratteristiche delle coste, delle scogliere e dei litorali, formando spiagge, insenature e grotte, canaloni e cale e golfo che, secondo le strutture in sito delle orografiche morfologie, la stessa natura terrestre consente, ma sempre di concerto ed in ogni caso secondo linee direttrici di prevalenze dominanti delle correnti marine, delle piogge e dei venti che vi predominano spirando da ben determinate direzioni, così come solcavano nel tempo le vele, oh! bianche vele, portate dal vento a navigare, a migrare, a scoprire ad affrontare in attesa delle raffiche, dei vortici ciclonici che le dilaceravano, disalberavano le navi e trascinavano naufraghi tra i gorghi come fuscelli nelle tragedie o tra la salvezza.
Dalla murata sinistra, alquanto distante, il segno del tutto nella purezza dell’acqua di mare cristallina, quando ci apparve un branco di delfini che per gli uomini sono messaggeri degli Dei e mi venne di esclamare: “più vedo in te mare, e più ritrovo in me l’identità” e fu proprio mentre attratti dalla loro presenza che più a nord est ad oltre una decina di miglia lontano dove più chiaramente si staglia l’isola maggiore avvistammo bassa sull’acqua l’isola di Gozo, la Gaudos greca, pescosa e fertile, degli elleni sfruttata per i suoi giacimenti cupriferi, che per la nostra lenta andatura verso est, sud est sembrava spostarsi ancor più lentamente su Creta verso occidente come un satellite attorno al suo pianeta.
Nel meriggio, quando il sole superava lo zenit oltrepassandolo, anche l’isola riverberava, maggiormente illuminata a meridione, eravamo a sud ovest della baia di Messala, che si apre tra Capo Melissa e Capo Litino a sud del Monte Ida, sul quale Cibele partorì Zeus, nascondendolo al padre Crono, perché non lo divorasse.
Da quella montagna, alla quale la ninfa Ida, figlia di Melissa, nutrice di Zeus, avrebbe dato il suo nome potersi affacciare allo sguardo ed aguzzare l’ingegno su quell’infinito e spaziare verso il nord, nord est e l’est nell’aurora radiosa di un sereno mattino e sulla distesa anche sull’altro versante di quel mare Egeo luminoso ed argenteo incastonato alle sue miriadi di isole, isolette e scogli, delle Cicladi e delle Sporadi con tutti i loro bagliori di luce, di storia, di pensiero di poesia e di arte, immerso in quel cielo e su quel mare che le circonda e le comunica intessute di un unico mirabile compenetrare e tramandare di vividezza tra cielo e vento, onde e mare, barche e vele, pesci ed uomini, animali e piante, frutti e fiori a schiudersi su quelle micro e macro terre come di tanti canestri a sbocciare su quel mare corrente e splendente come un’unica culla del genio universale.
Dal pomeriggio, lasciando a nord Capo Litino gradatamente ci allontanavamo dall’isola di Creta, proseguendo sulla rotta per sud est, est che mantenemmo pure tutto il giorno seguente e quello successivo, fino alla tarda notte quando nelle prime ore del mattino appresso lo Stefano rallentava la sua già lenta velocità, immettendosi in una specie di corridoio e guardando a prora e dalle murate, sull’acqua scura attorno notammo due lunghissime file di rossi e verdi galleggianti su piccole mede, entro le quali, con adagia andatura stavamo entrando a Porto Said nel Canale di Suez e da poppa le acque all’intorno si intonavano col chiarore aurorale e si notava il loro mutamento di colore, di un finissimo impalpabile limo e di una macera fertilissima di fiori, piante ed animali.
Ci bruneggiarono nella parte settentrionale di un ampio bacino di mare che si estendeva a meridione, con la prora rivolta a Port Ju’ad e accosto a Port Said, adagiata su una striscia di terra del margine più avanzato del delta del Nilo a nord est della laguna di Manzala all’ingresso del Canale di Suez nel Mediterraneo; scendemmo a terra con la barca col cuoco e ci recammo là in prossimità del porto dove era il mercato a ordinare le necessarie provviste, prima di intraprendere l’attraversamento del Canale e la navigazione nel Mar Rosso, mentre s’affiancavano allo Stefano dei barconi a rifornirlo di quant’altro necessitava, di acqua, di carbone ed anche un’imbragata di leggerissimi caschi di sughero per proteggersi dal sole dei tropici.
Ma, una volta a terra, e prima non potevamo pensarci, né ancora che ce ne potessimo rendere conto, pensammo di trasognare, e dovevamo saperlo prima, che eravamo approdati in un paese d’oriente, scesi tra altri uomini con altri usi ed altri costumi, con altre tradizioni ed altri modi di concepire e di rapportarsi con la vita, con i propri simili e rispettosi e gentili verso il prossimo e la natura che li fa essere e sorregge il tutto in un diverso ambiente e in un altro clima, ma, soprattutto, in un diverso paesaggio, più sensuale, connaturato e vivo e alle specie pur diverse.
Il viaggio
Mestieri
marinaioLivello di scolarizzazione
licenza elementarePaesi di emigrazione
EgittoData di partenza
1935Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Gli altri racconti di Antonio Mennella
Delfini nel Mar Rosso
Ci trovammo come persi tra uomini che circolavano tra la folla a piedi o in groppa...