Mestieri
insegnanteLivello di scolarizzazione
laureaPaesi di emigrazione
CroaziaData di partenza
1989Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri)Gli incontri con le persone del luogo, in una località di mare della ex Jugoslavia del 1989, consentono a Flavia Turri di percepire con nettezza quello che dall’Italia non è ancora arrivato: l’odio etnico che cova nel profondo del Paese, e che di lì a un paio di anni sarebbe esploso in una terribile guerra civile.
Trascorrevamo le nostre giornate a prendere il sole e a fare bagni nella splendida baietta di Trstenik circondata da piccole case e alte montagne. Lo specchio d’acqua era placido, azzurrissimo; ci sentivamo come sospesi fuori dal tempo e immersi in una tinozza di pura felicità. Sulla terrazza di una “gostiona” protesa sul mare, gustavamo un delizioso polipo e patate e guardavamo i ragazzini che pescavano i cefali. Ci sembrava che la miseria e lo scontento non avessero casa in questo lembo di terra abbracciato dall’acqua. Un pomeriggio, stanchi di oziare e bisognosi di azione, ci avventurammo alle spalle della baia verso quello che era stato il primo insediamento del paese: poche case ormai diroccate. Ci imbattemmo nel cantiere di un uomo che stava recuperando la bella costruzione in pietra della sua casa. Iniziò una conversazione che ebbe esiti inattesi. Da principio si lamentò con noi della scarsa perizia degli operai e della difficoltà di reperirne di capaci, poi, poco a poco, il discorso si spostò dalla casa alla politica. Come un fiume in piena che sia stato a lungo trattenuto, esplose un sordo rancore nei confronti dei politici del suo paese che non avevano saputo salvare la Jugoslavia dallo sfascio. “Qui tutto è in sfacelo” ripeteva con occhi torbidi, pieni di acrimonia. Un odio profondissimo continuava ad alimentare il suo discorso giunto ora a toccare i complessi problemi etnici e religiosi del paese. A quel tempo, tutto quel che sapevamo era che Tito era riuscito, con grande abilità, a tenere unita la nazione nonostante le grandi diversità tra i popoli che componevano il mosaico del paese. Sospettavamo che la convivenza fosse problematica, ma, tutto sommato, la credevamo pacifica, così fummo profondamente sorpresi e scossi dalla violenza di quello sfogo, senza però immaginare l’incendio che sarebbe divampato di lì a poco.
Il viaggio
Mestieri
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