Giovanni Arru

Giovanni Arru nasce a Pozzomaggiore, in provincia di Sassari, nel 1890. La sua è una famiglia contadina di modeste condizioni; inoltre, il padre è rimasto gravemente menomato dopo una caduta, e può lavorare poco e a prezzo di un’enorme fatica. Giovanni comincia a lavorare appena terminate le scuole elementari: trasporta fascine di legna dai campi al paese. Qualche anno più tardi alla legna si sostituiscono le pietre, da pestare per ricavarne ghiaia. A dodici anni va a lavorare da uno zio: deve zappare e dissodare il terreno per prepararlo alla semina. È un compito improbo per un bambino come lui, che per di più è gracile. In aggiunta, lo zio lo riempie di botte. Così, quando a quindici anni affronta il suo primo espatrio, Giovanni lo vive quasi come una liberazione.

Non avendo ancora l’età per emigrare da solo viene affidato a un paesano maggiorenne in partenza per la Francia (non specifica dove). Si trova a lavorare in un cantiere per lo scavo di un canale; le condizioni sono davvero estreme, e il ragazzo affronta perfino una temporanea cecità dovuta alle polveri di cemento. Dopo due anni in Francia rientra a Pozzomaggiore: qui rimane sino al servizio militare, compiuto il quale decide di emigrare in America.

A New York sarà stradino, tagliatore di ghiaccio e scalpellino in una cava, finché la cartolina precetto, varcato l’oceano, non lo raggiungerà anche lì. Il timore delle conseguenze della renitenza lo convince a far ritorno in Italia: combatterà sul Carso, nella Prima guerra mondiale. Sopravvissuto, emigrerà ancora negli States.

I suoi ricordi, annotati in un italiano incerto ma stentoreo, con le doppie tipiche del parlante sardo, si arrestano ai primi anni Trenta. Tuttavia Arru toccherà i novant’anni, spegnendosi nel 1980.