Vittorina Bartezzaghi

Vittorina Bartezzaghi nel 1986 ha poco più di quarant’anni, è un’insegnante e una donna politicamente impegnata, che collabora a Torino con il “Comitato di solidarietà per la resistenza boliviana”. Come d’abitudine in quegli anni, l’interesse verso la politica internazionale, e in particolare verso la proiezione della tradizionale lotta tra destra e sinistra nelle regioni del Sud America, era molto alto. Vittorina ha a cuore la Bolivia anche per i legami stretti con alcuni amici che vi abitano. Il suo viaggio comincia in un periodo particolare per il paese sudamericano: la Bolivia esce infatti da un ventennio di tensioni, colpi di stato militari di vari colori, che avevano portato al governo un cartello che aveva fatto del narcotraffico la principale risorsa economica del Paese. Una situazione che aveva subito una svolta in positivo nel periodo immediatamente precedente con un governo democratico che era riuscito a dare una stabilità economica al paese, al prezzo però di una inflazione tra le più alte che la storia abbia conosciuto. Non sorprende, infatti, che Vittorina si ritrovi a pagare alcuni milioni invaluta locale per un pacchetto di sigarette, o alcune decine di milioni per il rinnovo di un documento. Nel complesso, l’esperienza di Bartezzaghi non è delle migliori, la vita a La Paz e le visite che si concede nel resto del Paese, le restituiscono un quadro meno romantico del paese sudamericano, rispetto a quello che aveva immaginato. Non ultima, vivrà in modo ravvicinato l’esperienza della repressione da parte dello Stato di una manifestazione pacifica organizzata dai sindacati con l’appoggio dei minatori.