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I dati anagrafici di Mario Bosisio sono sconosciuti: il suo diario è giunto in Archivio grazie all’iniziativa di una ex collega della ditta in cui lavorava, che lo aveva conosciuto 40 anni prima e che ha avuto la prontezza di salvare dall’oblio, e dalla spazzatura dove stava per finire, il manoscritto che Bosisio aveva destinato alla biblioteca del Cral aziendale. “La via Crucis di un prigioniero”, questo il titolo del diario, racconta la vicenda di un soldato italiano catturato a Udine nel 1917, dopo la disfatta di Caporetto, poi trasportato nei campi di prigionia in Germania, a Lager Lechfeld, infine in Belgio, dove rimarrà fino alla fine della guerra. Il diario racconta i lavori forzati, i soprusi e la fame vissuti da un ventenne che in realtà teme solo di perdere i propri amici, e che verrà tanto aiutato dalla popolazione belga da riservargli la dedica di queste sue memorie.
Il viaggio
I racconti
Quattro pugni
Una splendida mattina di domenica, ci chiamarono a raccolta, e, a mezzo dell’interprete, chiesero a chi...
Il pagnottone
I molti giorni trascorsi in questa prigione non avevano potuto operare un mutamento profondo e radicale...
Eroico popolo belga
Le peripezie e le sofferenze qui accennate e subite nel corso della mia prigionia, sono state...
Lavoro in cava
Il terzo giorno di buon mattino fecero l’adunata e l’appello, poi in tanti gruppetti di dieci...
“Farla finita”
Una mattina fredda e nebbiosa mentre lavoravo sulla strada ferrata trasportando travi, stanchissimo di tutto e...
Vita da prigioniero
Ogni quindici giorni ci pesavano (chissà poi per quale motivo) forse per verificare se colla cura...