Catello Cesarano

La testimonianza di Catello Cesarano restituisce un punto di vista unico su una delle più importanti pagine di storia dell’era contemporanea: la rivolta degli studenti cinesi e i fatti di piazza Tienanmen, del 1989. Catello negli anni ‘80 svolge l’attività di addetto scientifico presso l’ambasciata italiana a Pechino, vive il periodo della transizione successiva alla morte di Mao Tse-tung. E soprattutto è a un passo da quella breve ma intensa stagione di protesta rimasta indelebile nella memoria collettiva: tutto accade in un mese e mezzo. Il 22 aprile 1989, decine di migliaia di studenti scendono in piazza per i funerali del leader politico Hu Yaobang, destituito nel 1987, dopo essere stato l’artefice delle riforme promosse da Deng Xiaoping. Tentano anche di consegnare al governo una petizione in cui chiedono, tra l’altro, la democrazia. Iniziano un picchetto e anche uno sciopero della fame. Fino alla notte tra il 3 e il 4 giugno, quando interviene l’esercito e comincia la repressione. Le immagini fanno il giro del mondo e i Paesi occidentali rispondono “congelando” i rapporti con la Cina. Catello è lì, osserva, descrive, annota sul suo diario.