Paesi di emigrazione
CroaziaData di partenza
1946Periodo storico
Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Temi
Claudia Sonia Colussi Corte nasce a Isola Vicentina, in provincia di Vicenza, nel 1944 e da piccolissima si trasferisce insieme ai genitori a Lussinpiccolo, dove il padre viveva già da qualche tempo. Cherubino, questo il suo nome, era affascinato dal comunismo sovietico, e alla ricerca di una terra ideale che accogliesse lui e la famiglia aveva deciso di lasciare Monfalcone, dove lavorava nei cantieri navali, per trasferirsi nella piccola isola croata dove era nato, e dove era convinto di poter concretizzare le sue speranze di uguaglianza. Un sogno che però si infrange presto: la Jugoslavia si rende indipendente politicamente ed economicamente dall’Unione Sovietica e per il padre di Claudia, impegnato nelle attività di partito, la rinuncia alla lotta “per un futuro migliore del proletariato” è inaccettabile. Impossibile capire le ragioni della rottura con la Russia, che restava per lui il simbolo della rivoluzione comunista; impossibile non esprimere il proprio dissenso politico. La scelta della Jugoslavia appariva ai suoi occhi come un tradimento verso il comunismo mondiale. È così che il Tribunale Supremo di Spalato lo arresta e lo condanna a quattro anni di reclusione e a un anno di libertà condizionata per attività sovversiva: prigioniero politico è deportato a Goli Otok, l’Isola Nuda. Claudia e la madre, sfrattate, senza reddito e spaventate da possibili rappresaglie, tornano in Italia in attesa di notizie. Il rientro in Jugoslavia per Claudia, che ha circa 10 anni, coincide con il ricordo indelebile di Goli Otok, l’isola che “divenne la tomba per tanti innocenti, e per tantissimi fu il luogo dove le mostruosità commesse dagli uomini agli uomini arrivarono al loro apice”. Situata a nord della costa croata, trasformata in un campo di concentramento per detenuti politici, “è un’isola priva di vita e con il suo aspetto che evocava la morte, era ideale per un carcere dove nessuna legge umana sarebbe più esistita”. Madre e figlia ottengono un permesso di visita e all’arrivo sull’isola si trovano davanti uno scenario spettrale e un uomo irriconoscibile, provato dalle torture e dai maltrattamenti che quotidianamente subiva in quella prigione nascosta dal mondo. Nel 1954, a un anno dalla morte di Stalin, arriva finalmente l’amnistia, che permetterà a Cherubino di ritrovare la libertà.
Il viaggio
I racconti
A Lussinpiccolo
Era l’anno 1946, la guerra era finita, ma la pace era ancora precaria. Mio padre aveva...
La condanna di Tito
Il nostro tempo trascorreva nell’attesa di sapere qualche cosa su mio padre. Finché un giorno, nella...
L’incontro con il padre
Finalmente, attraverso l’altoparlante cominciò l’appello. Sentimmo il nostro nome. Mia madre mi prese per mano e...
Fabio Filzi
Il nostro paese era lontano cento chilometri da Bengasi. Abbiamo viaggiato nel deserto non so per...