Mestieri
musicista, fotografo, documentaristaLivello di scolarizzazione
frequenza universitariaPaesi di emigrazione
Afghanistan, India, AustraliaData di partenza
1967Periodo storico
Periodo contemporaneo (dal 1977 ai giorni nostri) Periodo post seconda guerra mondiale (1946-1976)Temi
Raffaele Favero nasce nel 1945 a San Mamete, in provincia di Como. Si trasferisce ancora bambino a Milano, con la famiglia. Studia, si diploma, si iscrive all’università e conduce una vita ordinaria, ricca di passioni artistiche, fin quando nel 1967 decide di partire per l’Oriente. Il viaggio verso l’India tra gli anni ’60 e ’70 è un paradigma generazionale, ma Raffaele lo connota in maniera unica. Lo capiscono subito i familiari, la sorella e i genitori con i quali intrattiene sempre un fitto rapporto epistolare. Lo capiscono sin da quando iniziano a ricevere lettere dall’Afghanistan e dal Pakistan, che da tappe intermedie si trasformano in epicentro di un itinerario intrapreso alla scoperta di sé. È qui che Favero incontra l’islam, una religione che la popolazione locale vive e professa in termini di totale spiritualità, densa e pura. È quell’islam che Raffaele abbraccia con trasporto ed entusiasmo. Quando torna a Milano, nel ’69, racconta di una religione che predica la pace universale, che invita alla solidarietà e alla generosità, intrisa di amore e serenità, estranea alla violenza. Nel 1974 Raffaele conosce Jill, una stupenda ragazza australiana con la quale condivide lo stile di vita e la passione per l’oriente. Se ne innamora e la sposa. Dopo aver viaggiato a lungo la coppia si trasferisce in Australia, e mette al mondo tre figli. Ciononostante, Raffaele non mette radici. Continua a sperimentare mestieri e a girare il mondo, fin quando un frangente drammatico lo attrae di nuovo nel luogo che più di ogni altro gli è rimasto nel cuore. È il 1980 e l’Afghanistan è stato da poco invaso dalle truppe sovietiche. Raffaele vuole capire e documentare quel che accade. Con la guerra, scopre un altro volto del suo islam, che ha i tratti somatici dei mujaheddin che prima lo accolgono a braccia aperte, poi lo seppelliscono con gli onori di un martire. Raffaele muore, nel 1983, ucciso da un carro armato sovietico.
L’epistolario di Raffaele Favero ha vinto il Premio Pieve Saverio Tutino 2005, ed è ora un libro: “Rafiullah”/Raffaele Favero. Milano: Terre di Mezzo, 2006
Il viaggio
I racconti
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