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PerùPeriodo storico
Periodo pre-unitario (fino al 1876)Temi
Lunga lettera diretta a Vincenzo Salvagnoli da una prigione del Perù dove l’autore si trova per aver preso parte alle lotte rivoluzionarie messicane. Nella lettera al ministro toscano, Luigi ricorda la sua lunga militanza in Italia e all’estero per la difesa e la libertà dei popoli e chiede aiuto per tornare in Italia a combattere per l’unità e l’indipendenza.
Francesco Asso ha ricostruito il profilo biografico di questo personaggio sconosciuto e affascinante: “Riportiamo in rapida sintesi la carriera del nostro combattente per la libertà. Tra le prime militanze ci fu quella nelle file dei Costituzionalisti in Spagna, poi la Campagna di Lombardia del 1848 con il terzo battaglione di volontari toscani dopo Curtatone e Montanara, poi il servizio per la Sicilia che aveva cacciato i Borboni tra il 1848 e il ’40, il tentativo di difesa di Livorno contro gli Austriaci della restaurazione lorenese nel maggio 1849, la difesa della Repubblica Romana fino alla caduta nel luglio dello stesso anno. Tale circostanza lo costrinse ad emigrare nel Nuovo Mondo, come molti altri — lo stesso Garibaldi. Ma non ebbe l’intuizione e la fede di quest’ultimo per ritornare in tempo, prima della scadenza del decennio di attesa e preparazione, e partecipare nel 1859 agli eventi decisivi per l’indipendenza e l’unità d’Italia. Nel 1853 lo troviamo per la prima volta in Messico, generale di Brigata, ma tre anni dopo deve rientrare in Europa per curarsi una ferita toccatagli nell’assalto della città di Puebla 1’11 marzo 1856. Due anni dopo, sulla strada per ritornare in Messico, le mutate condizioni politiche del paese lo inducono a stabilirsi in Perù dove decide di dedicarsi al commercio e di tenersi lontano dalla politica. Ma viene coinvolto in una delle lotte tra le fazioni che cercavano il predominio nel paese, per l’appunto la fazione soccombente, e viene imprigionato subendo anche la confisca dei beni. Il 1859 lo trova quindi in carcere col vivo desiderio, oltre che della libertà, di tornare in patria per prendere parte allo sviluppo della nuova Nazione italiana. Per questo si decide a scrivere la lettera-memoriale, pubblicata all’inizio del presente scritto, a Vincenzo Salvagnoli che aveva conosciuto nel 1848 a Firenze quando preparava il terzo battaglione di volontari fiorentini per i Campi di Lombardia. Non risulta che Salvagnoli abbia potuto fare niente per fargli ridare la libertà. Riuscito comunque a fuggire dal Perù e a ritornare in Italia alla fine del 1861, tenta invano di entrare nell’esercito regolare. Opta quindi di nuovo per il Messico per combattere gli invasori”.
Il viaggio
I racconti
Appello dal Perù
Lima, li 12 febbraio 1860 Stimatissimo Signor Avvocato Vincenzo Salvagnoli Non so se Ella conserverà tuttavia nella...