Mestieri
braccianteLivello di scolarizzazione
frequenza elementarePaesi di emigrazione
BrasileData di partenza
1908Periodo storico
Periodo post-unitario (1876-1914)Temi
Siamo a Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, all’inizio del secolo scorso. Antonio Ghinato è un giovanotto di venticinque anni, proviene da una famiglia di contadini e ha, come tanti, voglia di affrancarsi da una vita poco meno che misera. Conosce Argia Bellettato e la sposa nel 1908; pochi mesi dopo lei è incinta, lui invece è partenza per il Brasile, con cui l’Italia ha firmato un accordo per l’invio di manovalanza agricola. Forse raggiunge un fratello, o forse è il fratello, dopo, a raggiungere lui: sta di fatto che, diversamente da questo, Antonio non porta con sé la moglie. Forse lei preferisce attendere la nascita del figlio prima di sottoporsi a una traversata oceanica; forse è lui a decidere per lei. Non abbiamo informazioni sufficienti, perché tutto ciò da cui possiamo fare deduzioni e congetture è un pugno di lettere e cartoline che cominciano ad arrivare in casa Bellettato – dai genitori di Argia, dove lei è tornata a vivere insieme al bimbo – dal 1916.
Otto lunghi anni sono trascorsi senza che Antonio abbia fatto pervenire la benché minima notizia di sé. È ipotizzabile che lei abbia tentato di rintracciarlo nei primi tempi, e che poi abbia finito col pensare al peggio. E invece lui è vivo, e scrive una prima lettera tra le cui righe si intuiscono un flebile rimorso, molta reticenza e una gran faccia tosta: “Una cosa vorrei sapere, se tu volessi venir quaggiù, dove il sole tropicale fa rinascere a nuova vita”. Dopotutto, nulla ha da perdere, che non abbia già (volontariamente) perduto.
Da questa parte dell’oceano, Argia riceve notizie del marito dopo otto anni di silenzio, e possiamo solo immaginare cosa abbia pensato. In quegli anni Gilberto – così lo ha chiamato – è cresciuto, e le ha chiesto spesso di quel papà di cui non porta il cognome, perché all’anagrafe non è stato riconosciuto il matrimonio religioso senza registrazione in comune, e dunque il padre, per lo Stato, è ignoto. Si chiama Bellettato, come la mamma e come i nonni con cui vive.
Argia si guarda bene dal cogliere l’invito del marito redivivo; pure, vorrebbe sapere, non spezzare quel filo che si è riannodato. Pensa al bambino, prova a mandare ad Antonio le carte per il riconoscimento. Antonio scrive svogliatamente, accusando indicibili sofferenze, problemi vari di cui però non offre alcuna spiegazione. Unico elemento indicato come deterrente al rientro e al rapporto con tutto ciò che è Italia, la chiamata alle armi della Prima guerra mondiale, che lui ha disatteso. I “fratelli Branca”, ovvero le forze dell’ordine, aspettano solo di vederlo ritornare per fargli scattare le manette ai polsi. E allora meglio non tornare.
Dopo tre anni di corrispondenza a singhiozzo, Antonio Ghinato sparisce di nuovo, e per sempre. Non se ne avranno più notizie.
Il viaggio
I racconti
Il redivivo
Sao Paulo 15 agosto ‘916 Argia Dopo 8 lunghi anni di silenzio mi decido per sapere tue notizie. Una...
“Qui ce la pace, là viceversa”
São Paulo 22 ottobre ‘916 Carissima Argia Con quale piacere ricevetti la tua lettera, e qual gioia provai...
Le “carte in regola”
Carissima Argia Ricevei tua cara lettera intesi tutto ciò che dici, grazie, delle tue premure di darmi...
“Senza serbarsi rancore”
São Paulo 8 aprile ‘917 Adorata Argia Oggi giorno di Pasqua rispondo alla tua cara lettera, tardai a...
“Non ho niente da diffendere”
São Paulo 20 luglio ‘917 Carissima Argia Rispondo alle tue lettere tardai a scriverti perché proprio vedo...
I Fratelli Branca
S. Paulo Marzo ‘919 Carissima Argia Ricevei la tua cara e disiderata lettera intesi che mi hai...