Mestieri
scrittoreLivello di scolarizzazione
diploma di scuola media superiorePaesi di emigrazione
Francia, ArgentinaData di partenza
1922Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
Con il suo “Taccuino del vagabondo”, diario scritto tra il 1922 e il 1931 e custodito dall’Archivio dei diari di Pieve Santo Stefano, Virgilio Martini ci porta nel cuore dell’emigrazione italiana, negli anni Venti del Novecento. Ci porta in Francia, a Parigi, terra di approdo dei molti che tra le due guerre mondiali scelgono per ragioni diverse di abbandonare il nostro Paese in cerca di un nuovo inizio. Dai perseguitati politici in fuga dalle oppressioni fasciste, ai numerosi artisti e intellettuali chi vengono attratti dall’effervescente vita culturale della “Ville Lumière”, alla stragrande maggioranza dei migranti che varca le Alpi per ragioni economiche e lavorative. Martini, nato a Campiobbi frazione di Fiesole nel 1903, ha e avrà a che fare con tutte queste motivazioni quando nel 1925 inizia a raccontare la sua prima esperienza lontano da casa, seguita nel giro di pochi mesi da un ulteriore allontanamento, destinazione Sud America. Scrittore non estraneo a circoli intellettuali prestigiosi, apprezzato per alcune sue opere da Luigi Pirandello, Virgilio è stato uno dei primi autori italiani di romanzi di fantascienza e di opere umoristiche messe al bando dal regime fascista. Negli stralci del diario privato e inedito proposti in queste pagine, Virgilio racconta con la sua penna educata il contesto migratorio in tutte le sue sfaccettature, con uno sguardo particolarmente attento alle imprese e alle miserie dei connazionali in cui si imbatte. Come i “figurinai”, artigiani originari della Val di Lima e della media Valle del Serchio in provincia di Lucca, migranti per tradizione organizzati in “compagnie”, che raggiungono le località più lontane per produrre e vendere statue di gesso. Martini descrive l’opera dei “gittatori”, coloro che preparano e colano il gesso negli stampi, dei pittori e decoratori, che rifiniscono ed abbelliscono le statue ed infine quelli che vanno a venderle. Generazioni di uomini e ragazzi abituati, per lavoro e sopravvivenza, a vivere per anni lontano da casa. A tornare solo per brevi periodi. E subito ripartire.
Il viaggio
I racconti
Via da Firenze
Firenze-Parigi, 24-26 aprile 1925 Partenza solitaria nell’alba primaverile. La mia vecchia città scompare: il fiume ingiallito dalle...
La Città delle città
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Profumo di Parigi
Parigi, 2 maggio 1925 La benzina dei tubi di scarico degli autobus, le folate d’aria calda delle...
Italiani a Parigi
Parigi giugno 1925. - Pardon Monsiéur le boulevard Voltaire, s’il vous plaît? - Traversez cette place, pius… ma...
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Un'ora tra i figurinai di Lucca. A Lucca - mi dicono - non esistono figurinai; ma...
Triste Buenos Aires
A bordo del Mosella, 9 aprile 1928 Non so se sia bello, lo spettacolo del Rìo de...
Lustrascarpe calabresi
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