Mestieri
maestra elementare, casalingaLivello di scolarizzazione
diploma magistralePaesi di emigrazione
SomaliaData di partenza
15.1.1940Data di ritorno
8.1943Periodo storico
Periodo tra le due guerre mondiali (1914-1945)Temi
È una vita avventurosa quella di nonna Graziella Massa, e pertanto merita di essere raccontata ai nipoti. Sposa per procura nel 1940, lascia la vita dorata dei salotti napoletani e raggiunge il marito Sandro Pecchioli, impiegato presso il genio militare, a Mogadiscio, in Somalia. La vita da coloni dura solo pochi mesi: la dichiarazione di guerra del 10 giugno 1940 fa perdere il privilegio e l’agiatezza fin lì mantenuti. Il marito di Graziella è richiamato sotto le armi; da lì a poco, gli inglesi muovono dal Kenya e occupano la Somalia. Comincia per i Pecchioli un periodo di tribolazioni e difficoltà, rallegrato tuttavia dalla nascita di due bambine, nel 1941 e nel 1942.
Nel 1943, alla fine di giugno, i coniugi decidono che mamma e figlie faranno rientro in Italia. La situazione è troppo instabile, ed è meglio sopportare le fatiche di un viaggio in nave che restare in balia degli eventi. La traversata durerà ben quarantacinque giorni, nel corso dei quali giungerà notizia della destituzione di Mussolini. Finalmente rimpatriate, Graziella e le bambine resteranno fino alla fine della guerra a Firenze, in attesa del ritorno del babbo.
Il viaggio
I racconti
Matrimonio per procura
Era il 3 di gennaio del 1940, si poteva viaggiare solo in treno perché la benzina...
“Addio Graziella!”
Arrivò finalmente il 15 gennaio. La nave “Mazzini” partiva di sera tardi, faceva freddo, pioveva. Soffrivo...
Attraversando il canale di Suez
Dopo la breve sosta a Porto Said, occorsero giorni e giorni per percorrere lentamente il Canale...
Un fucile nel baule
Il 30 gennaio fui chiamata sul ponte dagli amici che mi ero fatta a bordo. Mi...
L’idillio dura poco
La vita dunque a Mogadiscio era piacevole e spensierata, ma qualcosa cominciava ad incrinarsi. […] Fu razionata...
Ritorno in Italia
Così nel giorno stabilito ci avviammo dove avevamo l’ordine di concentrarci, io stravolta, la Bichi attaccata...